Rabiot, basta alti e bassi: è il tempo della svolta

Il centrocampista della Juve non ha convinto appieno e Allegri lo ha strigliato in conferenza stampa: "Deve fare molto di più"
Rabiot, basta alti e bassi: è il tempo della svolta© Marco Canoniero

TORINO - È la situazione tipica nel mondo scolastico, quella che (quasi) ogni genitore ha vissuto. Trovarsi all’udienza in aula professori e sentirsi dire: «Suo figlio è intelligente, ma non si applica». Ieri il docente era Massimiliano Allegri e, a domanda sull’alunno Adrien Rabiot, ha risposto: «Inutile parlare del suo potenziale: deve fare molto di più. Semplice». Chissà che cosa ne penserà l’iperprotettiva signora Veronique, colei che cura gli interessi professionali del figlio, dopo averlo cresciuto come mamma. Un figlio che, finora, non ha convinto appieno nell’avventura in bianconero. Eppure Allegri era (ed è) uno dei più convinti delle sue qualità, ricambiato in questo da Rabiot: «Due anni firmai per la Juventus perché c’era lui in panchina». Poi sappiamo come è andata: Max è stato congedato, sono arrivati Maurizio Sarri e Andrea Pirlo, che hanno dato fiducia al francese: il primo aspettandolo dopo che era rimasto fermo otto mesi, messo fuori squadra dal Psg perché non aveva rinnovato il contratto; il secondo dandogli spazio con continuità nel centrocampo.

Il rendimento di Rabiot

E Allegri è stato ben lieto di trovare Rabiot in un reparto che, più di tutti, aveva bisogno di una revisione, visto che lo considerava un elemento fisso. Così è stato, con una posizione da esterno sinistro, come quella che Didier Deschamps gli ha disegnato nella Francia. Una posizione che, secondo Max, avrebbe dovuto vedere il francese più arrembante anche in area avversaria, per portare assist e gol dei centrocampisti a supporto di un reparto orfano di Cristiano Ronaldo. [...] Questo si è avvertito maggiormente quando Rabiot è tornato una volta negativizzatosi dopo la positività al Covd- 19 riscontrata nel ritiro con la Francia, allavigilia della finale di Nations League con la Spagna. Appena lo ha avuto disponibile, Allegri lo ha buttato in campo contro il Sassuolo il 27 ottobre: 45’ in cui era evidente come al francese mancasse il passo gara, obbligando al cambio all’intervallo. Tre giorni dopo, quando tutti pensavano a un turno di riposo a Verona, proprio per quanto non-offerto nella giornata infrasettimanale, rieccolo titolare. Ancora rallentato e ancora spaesato, di fronte alla corsa forsennata altrui. Neanche un’ora scarsa di gioco, trasformatasi nella panchina contro la Zenit San Pietroburgo.

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