Juve, tutti i numeri di Cuadrado: sempre più al centro del gioco

Con Allegri come con Pirlo e Sarri: da tre stagioni è un uomo chiave della Juve anche nella costruzione del gioco
Juve, tutti i numeri di Cuadrado: sempre più al centro del gioco

Sarà per quell’aria sempre serena e scanzonata, come se in campo l’importante fosse solo divertirsi. Sarà per quel sorriso perenne, come domenica sera mentre con disarmante sincerità confessava non solo che sul corner con cui aveva battuto Sirigu voleva crossare, ma anche che pure il gol della vittoria di un mese prima sulla Fiorentina nelle intenzioni era un cross. Sarà forse per tutto questo che raramente il nome di Juan Cuadrado viene fatto tra i primi quando si elencano leader e uomini simbolo della Juventus: i riflettori sono sempre puntati sui senatori Chiellini e Bonucci, sul leader tecnico Dybala, sugli astri nascenti De Ligt e Chiesa, meno sul colombiano. Che però della Juventus è uomo chiave quanto quelli appena citati e da almeno tre stagioni non è più “solo” prezioso dispensatore di dribbling, assist e gol belli e pesanti anche se non troppo frequenti: alle scosse improvvise ha aggiunto una fornitura costante di elettricità al macchinario bianconero, diventando imprescindibile nella costruzione del gioco, oltre che nella sua rifinitura. La vittoria sul Genoa è stata solo l’ultimo esempio. Al di là della parabola fortunata con cui ha sbloccato la partita, Cuadrado è stato il giocatore che ha effettuato più passaggi (104), il terzo per precisione (93% contro il 96% di De Ligt e il 94% di Locatelli) e quello che ha servito più passaggi progressivi: 18, con il 100% di precisione (sono considerati passaggi progressivi, dato Wyscout come gli altri di questo articolo, quelli che fanno avanzare il pallone di almeno 30 metri se nella propria metà campo, di almeno 15 se dalla propria metà campo a quella avversaria, di almeno 10 nella metà campo avversaria).

Fulcro del gioco

Un’evoluzione, quella di Cuadrado da uomo dei guizzi spaccapartita a regista aggiunto (ma senza perdere i guizzi) cominciata proprio con Massimiliano Allegri, che nel celebre Inter-Juve 2-3 del 28 aprile 2018 riportò il colombiano al vecchio ruolo di terzino (ripagato con l’assist per lo 0-1 di Mandzukic e il cross che provocò l’autogol del 2-2 di Skriniar). Ruolo in cui Cuadrado toccava, e tocca, un numero maggiore di palloni, partecipando alla manovra fin dal suo primo sviluppo. Tra l’arrivo di Cancelo e l’infortunio al menisco del ginocchio sinistro che tenne il colombiano fuori quattro mesi (da dicembre ad aprile), l’esperimento ebbe relativa continuità nell’annata successiva, l’ultima della prima era Allegri, ma la trasformazione diventò definitiva due stagioni fa con l’arrivo in panchina di Maurizio Sarri.

Tutti gli approfondimenti nell'edizione odierna di Tuttosport

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