Atalanta-Juve, cosa cambia con Vlahovic in più e Zapata in meno

DV7 è ideale per evitare il pressing andando in profondità, mentre senza il colombiano alla Dea servirà ancora più intensità
Atalanta-Juve, cosa cambia con Vlahovic in più e Zapata in meno© Juventus FC via Getty Images

TORINO - Sarebbe stata una sfida nella sfida quanto mai affascinante, con tanto di assonanza dei nomi di battesimo da usare come slogan: Duvan contro Dusan. Invece in Atalanta-Juventus di questa sera Zapata contro Vlahovic non ci sarà: l’infortunio di domenica scorsa contro il Cagliari ha privato Gian Piero Gasperini dell’uomo che decise l’andata all’Allianz Stadium. Rispetto a quella partita, invece, Massimiliano Allegri stasera avrà DV7 in più. Come cambia la sfida?

L'analisi

Cambia a vantaggio dei bianconeri, ovviamente. Innanzitutto perché la Juventus ha trovato un grande attaccante e l’Atalanta lo ha perso. E cambia anche perché entrambi hanno caratteristiche uniche nelle rispettive squadre. Caratteristiche che erano proprio quelle mancate terribilmente alla Juventus fino all’acquisto del ventiduenne centravanti dalla Fiorentina. Non solo l’abilità di finalizzare, che nell’attacco juventino era crollata dopo l’addio di Cristiano Ronaldo , ma anche la capacità di giocare spalle alla porta sfruttando il fisico e quella di attaccare l’area di forza che mancavano anche con CR7 e che avrebbero fatto di Vlahovic il partner perfetto del fuoriclasse portoghese. Anche con Morata e Dybala , comunque, l’intesa è subito sbocciata, proprio grazie alle citate qualità del serbo. Più preziose che mai nella sfida di stasera, come lo sono state contro il Verona. I gialloblù di Tudor difendono con lo stesso atteggiamento dell’Atalanta di Gasperini: ogni giocatore aggredisce l’avversario nella propria zona seguendolo in avanti fin sulla trequarti avversaria, compresi i difensori con gli attaccanti. Questo rende pressoché impossibile per gli avversari trovare un appoggio libero, complicando la costruzione dal basso: atteggiamento che l’Atalanta sa sfruttare a proprio vantaggio per rubare palla e andare a colpire. Già all’andata contro i nerazzurri e domenica scorsa contro il Verona, Allegri ha scelto di evitare il pressing verticalizzando subito su una punta, sulla cui sponda un compagno serviva in profondità la stessa punta o altri giocatori che si inserivano, in modo da sfruttare l’assenza di giocatori in copertura e costringere i difendenti a correre verso la propria porta anziché in avanti come amano fare.

Il copione e la star

Così erano nate le migliori occasioni della Juventus contro l’Atalanta: al 20’ del primo tempo una sponda sulla trequarti bianconera di Morata su passaggio in verticale di Locatelli permise a McKennie di lanciare Chiesa davanti a Musso , ma l’attaccante non riuscì a proteggere la palla dal recupero di Toloi . Situazione analoga al 15’ della ripresa, in quel caso con sponda di Dybala su passaggio verticale di Cuadrado e lancio di Bonucci per McKennie, anche lui incapace di proteggere il pallone in area dal recupero di Toloi. Il gol dell’1-0 al Verona è nato da una sponda aerea di Vlahovic su rinvio di Szczesny, con Dybala abile a intercettare la successiva respinta corta di Casale e lanciare di prima in profondità DV7, subito scattato verso la porta lasciandosi alle spalle Gunter. Genesi simile per l’occasione da gol al 37’: verticalizzazione di Chiellini per Vlahovic poco oltre la metà campo, sul rimpallo originato dal contrasto con Gunter si avventa Dybala che lancia subito in profondità Morata, bravo a crossare per il serbo scattato verso la porta ma impreciso nella deviazione. Stesso copione, dunque, ma con una star in più che potrebbe cambiare l’esito del film: per fisico e capacità di proteggere la palla da attaccante, Vlahovic sarebbe probabilmente riuscito a calciare in almeno una delle citate occasioni della partita d’andata. Come visto nella partita con il Verona, DV7 sarà inoltre prezioso come sponda sulle prime verticalizzazioni, sfruttando il fisico per difendere la palla: perché l’Atalanta è letale quando la riconquista in quelle situazioni (da una sponda sbagliata di Morata nacque ad esempio il gol di Zapata all’andata) (...)

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