Ucraina, l'uscita di Szczesny: "Mi rifiuto di giocare contro la Russia"

Il portiere della Juventus e della Polonia, la cui federazione ha annunciato di non voler giocare la sfida per la qualificazione ai Mondiali: "Mia moglie è nata in Ucraina, non posso far finta di niente"
Szczesny© Alessandro Falzone/Agenzia Aldo Liverani sas

TORINO - "Non posso stare fermo e fingere che non sia successo niente". Così Wojciech Szczesny, portiere polacco della Juve, parla attraverso un post sul suo profilo Instagram dopo che la federcalcio della Polonia ha annunciato di non voler disputare il playoff di qualificazione ai Mondiali contro la Russia a causa del conflitto in corso con l'Urcaina. "Mia moglie è nata in Ucraina - scrive l'estremo difensore bianconero -, nelle vene di mio figlio scorre sangue ucraino, parte della nostra famiglia è ancora in Ucraina, molti dei miei dipendenti sono ucraini e sono tutte persone fantastiche. Vedere la sofferenza sui loro volti e la paura per il loro Paese mi fa capire che non posso stare fermo e fingere che non sia successo niente".

Appello alla Fifa e all'Uefa

Secondo il portiere, "nel momento in cui Putin ha deciso di invadere l'Ucraina ha dichiarato o guerra anche a valori dell'Europa come la libertà e l'indipendenza, ma soprattutto alla pace". Szczesny appoggia così la decisione della federazione: " Il 26 marzo dovremmo giocare contro la Russia in un match di playoff per la Coppa del Mondo in Secondo il portiere, "nel momento in cui Putin ha deciso di invadere l'Ucraina ha dichiarato o guerra anche a valori dell'Europa come la libertà e l'indipendenza, ma soprattutto alla pace. E anche se il mio cuore è spezzato nello scrivere questo, la mia coscienza mi impone di non giocare. Rappresentare il proprio Paese è il più grande onore nella carriera di un calciatore ma è anche una scelta. Io mi rifiuto di giocare contro calciatori che scelgono di rappresentare i valori e i principi della Russia. Mi rifiuto di stare sul campo, vestire i colori del mio Paese e ascoltare l'inno nazionale della Russia. Mi rifiuto di prendere parte a un evento sportivo che legittimi le azioni del governo russo. So che il mio impatto può essere solamente simbolico, ma chiedo alla FIfa e all'Uefa di agire per riconoscere le responsabilità della federazione russa"

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