Juve, sono arrivati in Italia gli 80 profughi ucraini

Il bus proveniente da Zahony è giunto a La Morra, in provincia di Cuneo: lo riporta il club bianconero in una nota ufficiale
Juve, sono arrivati in Italia gli 80 profughi ucraini© Twitter Juventus

LA MORRA (Cuneo) - "Sono arrivati nella mattinata di oggi a La Morra, in provincia di Cuneo, i bus che, venerdì, avevano lasciato la Continassa con destinazione Zahony, Ungheria, nei pressi del confine con l’Ucraina, e che ieri sono ripartiti verso l’Italia". Così, per mezzo di una nota ufficiale, la Juventus comunica come i circa 80 profughi ucraini, per lo più donne e bambini, hanno terminato il lungo viaggio, raggiungendo il comune piemontese. "Non si può osservare senza agire", aveva dichiarato l'amministratore delegato bianconero Maurizio Arrivabene lo scorso 11 marzo.

La Juve: "Portati al confine generi di prima necessità"

"Un viaggio di 2800 chilometri - prosegue il comunicato della Juve -, fra andata e ritorno, che ha permesso di portare in Italia circa 80 persone, in stragrande maggioranza bambine, bambini e ragazzi, insieme ad alcune mamme: alcuni di loro fanno parte delle scuole calcio ucraine, e sono stati recuperati anche grazie all’impegno di Alex Velykykh, originario di Donetsk, attraverso la Federazione Calcio ucraina. Una delegazione di circa 20 persone, quella bianconera, che ha anche portato al confine generi di prima necessità, vestiti e medicinali, raccolti nei giorni precedenti, grazie all’impegno di tutti i dipendenti della Juventus: un’operazione che vi abbiamo raccontato nel dettaglio qui (link alla news) e che è stata facilitata, in loco, dall’aiuto del Console Generale ungherese, Jeno Csiszár. Al loro arrivo oggi, gli amici ucraini sono stati accolti con grande calore e tanti sorrisi all’Hotel Santa Maria di La Morra, messo a disposizione grazie all’impegno di Regione Piemonte e Protezione Civile regionale, che si sono fin da subito prodigati per rendere possibile e realizzare questo progetto. Presente anche il Sindaco di La Morra, Maria Luisa Ascheri. Un lungo viaggio, terminato con un momento serenità per bambine, bambini, mamme e ragazzi che da oggi possono cercare di lasciare alle loro spalle l’orrore da cui sono fuggiti e guardare al futuro".

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