De Sciglio e le sue confessioni: «Io, Allegri e le cicatrici»

Il terzino della Juventus si racconta. Dalla crisi subita al feeling con il tecnico bianconero: «Sì, ho sfiorato la depressione. Allegri? C'è un legame forte»
De Sciglio e le sue confessioni: «Io, Allegri e le cicatrici»

TORINO - In futuro potrebbe essere pubblicato il primo dizionario calcistico livornese-inglese. Autori, Mattia De Sciglio e alcuni suoi compagni della Juve, che si stanno specializzando nelle traduzioni delle indicazioni di Massimiliano Allegri per i nuovi stranieri: «A volte imitiamo il mister e la sua parlata in livornese - ha raccontato in una lettera/intervista a Cronache di spogliatoio -. Gli stranieri arrivati da poco faticano a capirlo, magari stanno già combattendo con l’italiano, figuriamoci con il livornese. Così capita che ci chiedano: “Ma cosa ha detto?”». Del resto De Sciglio, lanciato giovanissimo nel Milan proprio da Allegri, è un interprete ideale: «Abbiamo un legame forte, ma non sono il suo figlioccio. Lo criticano per il gioco, perché tutti pensano a Guardiola, però il gioco dipende da tanti fattori. In Italia si guarda il gioco, ma conta il risultato. Da me pretende tanto, mi pungola spesso e mi chiama “mangia e dormi”, come a dire che non faccio altro che mangiare, dormire e allenarmi».

GRAZIE AL MENTAL COACH - Una vita da recluso che De Sciglio a un certo punto ha fatto davvero, come ha raccontato parlando di temi molto meno scherzosi. Quelle che chiama «cicatrici»: «Al Milan tutto andava bene, quindi è iniziata una serie di infortuni e non rendevo più. Poi qualcuno ha messo in giro la voce che non rinnovavo perché avevo già firmato per la Juve e c’è stato un accanimento che mi ha ferito e che non mi spiegavo. Sono passato dal paradiso all’inferno. Non uscivo, mi sentivo in colpa anche ad andare a cena con la mia ragazza a inizio settimana. Ho sfiorato la depressione: grazie al mental coach Stefano Tirelli ne sono uscito. E ora posso essere orgoglioso delle cicatrici, o almeno del percorso che abbiamo fatto insieme».

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