Juve, gli allenamenti made in Allegri: "Sì, sul piede giusto! E il gioco va veloce"

Il tecnico stimola i calciatori a dare il top delle qualità tecniche: "In partita la palla va piano: dobbiamo farla andare più forte"
Juve, gli allenamenti made in Allegri: "Sì, sul piede giusto! E il gioco va veloce"

LOS ANGELES - Vedi il viale poco trafficato e le villette monofamiliari, tutte d’un piano, una accanto all’altra. Qualche auto bella d’annata parcheggiata un po’ qua e un po’ là. Le cassette delle lettere sul palo, davanti al giardinetto. Per la bottiglia del latte accanto alla porta serve un po’ di fantasia. Mentre cammini nel quartiere Westchester di Los Angeles, ti aspetti che appaia gentile la signora Cunningham a offrirti una fetta di torta di mele. Roba da telefilm. E poi arrivi alla Loyola Marymount University, quartier generale bianconero in California. Roba da musical. “The one that I want. Uh uh uh”. Anche se nei paraggi non si scorge Danny Zuko brillantinato e varcando la soglia del centro d’allenamento non vedi sugli spalti Sandy con le sue amiche.

No, c’è... McKennie. L’americano è in campo. Scherza con Angel Di Maria. «Scommettiamo che faccio passare la palla sotto tutti quei mini ostacoli senza farle mai toccare i bordi?». Missione fallita. Non di meno Weston continua a stuzzicare il nuovo arrivato, divertito. Palla in cielo, e vediamo se la stoppi. Pure il vice presidente Pavel Nedved, in un angolo vicino alla porta, non resiste al richiamo del pallone e qualche numero se lo concede. Palleggio, tiro, gol. Mano a mano arrivano tutti. Capitan Bonucci, la stella Paul Pogba, Dusan Vlahovic. L’attaccante non aveva giocato contro il Chivas, ma l’allenamento lo fa tutto e bene. Buon segno. Si scherza, si ride, si cazzeggia un po’ con la palla. Finché Allegri non richiama all’ordine. Basta un cenno e il messaggio è chiaro: finisce la fase amiconi, inizia la fase professionisti. Tutto sta nel “hapire il momento” (cit).

Il menu del giorno

Alle 17:30 ora locale il coach tiene a rapporto la squadra spiegando il menu del giorno: lavoro atletico e tecnico. Si parte con gli esercizi per la muscolatura, sui tappetini. Plank a volontà... Prendi posizione: tieni posizione, stimola l’addominale. Etc. etc. Dopo 20 minuti, il lavoro aerobico. Altri 10 minutini di fatiche che conducono alla pausa delle 18:03. Anche se c’è poco tempo da perdere. Una bevuta veloce e si volta pagina: gli esercizi con il pallone. Ché la differenza la si fa «tecnihamente, de’» (cit.). Allegri osserva i due gruppi di lavoro. A guidare le operazioni c’è anche Paolo Bianco, appena entrato nello staff juventino dopo aver lavorato con De Zerbi nel recente passato. Ma Allegri lo conosce da tempo. Bianco gestisce il gruppone composto da Vlahovic, Pogba, Di Maria, Bonucci, Cuadrado, McKennie... Primo esercizio: «Lo smarcamento, il passaggio, il controllo, il passaggio sul piede giusto al compagno: è un tempo di gioco in meno! Dai che ci serve, la palla va piano in partita, deve andare più forte la palla!».

Si procede così per un po’: lavorando sui fondamentali (ricevi, servi, scatta alla postazione dopo come una lancetta che percorre un orologio: le sagome gialle poste in cerchio scandiscono le varie tappe del percorso). L’infortunio a Pogba scatta al termine di uno di questi esercizi, ma ovviamente gli altri continuano a lavorare agli ordini di Bianco e sotto lo sguardo di Allegri, che ogni tanto interviene e sprona. È proprio qua la chiave di tutto: la tecnica. Quella di Di Maria, quella di Pogba, quella che Allegri ha chiesto insistentemente e che la società ha fatto di tutto per di offrirgli. Prima del rompete le righe, un po’ di corsa. Da una linea all’altra del fondo campo, a ritmi precisi ben scanditi. Siparietto finale prima del rompete le righe: «È l’ultimo, dai». Replica Cuadrado, testuale: «Mister, se vuoi te ne regaliamo uno ancora!». Allegri si dimostra fiero: «Oh, bravo! Carattere! Così».

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