Juve, tra regali, problemi e sfide: auguri Allegri!

Max festeggia il compleanno “scartando” gli acquisti che aspettava per completare la rosa, ma affronta forse la stagione più difficile fra obbligo di vincere e una squadra da ricostruire, circondato da molti gufi
Juve, tra regali, problemi e sfide: auguri Allegri!© Marco Canoniero

TORINO - Federico Cherubini e Maurizio Arrivabene stanno pensando ai regali e oggi, puntualissimi nel giorno del cinquantacinquesimo compleanno di Massimiliano Allegri, impacchettano Filip Kostic. Ore 9, consegna alla Continassa, in tempo per poterlo schierare (anche solo a partita in corso contro il Sassuolo lunedì 15 agosto). Non sarà l’ultimo dono di una campagna acquisti generosa per Max, che aspetta come minimo una punta, come massimo anche un altro centrocampista. Non importa se gli arriveranno dopo aver spento le candeline, il compleanno è oggi, il mercato chiude il 31.



Auguri Max, dunque. Con tutta l’ambiguità che può risuonare nel messaggio, alla vigilia di una stagione piena di sfide per l’allenatore della Juventus. È troppo intelligente per nasconderlo e, infatti, ne ha già parlato pubblicamente, citando «l’obbligo di vincere». È troppo esperto per non sapere che sarà dura, ma anche entusiasmante con Angel Di Maria che può essere un valore aggiunto di classe ed esperienza e Dusan Vlahovic, un diamante da sgrezzare per mostrare al mondo tutto il suo cristallino talento.

Auguri Max, dunque. Perché non è che sia iniziata benissimo con l’infortunio del giocatore intorno al quale la Juventus aveva ancorato il progetto tecnico e quello psico-emotivo, ovvero: il calciatore che dovrà far girare meglio il centrocampo (reparto critico nella passata stagione) e l’uomo che stava già generando entusiasmo, autostima e sicurezza all’interno del gruppo bianconero. L’inopinato stop per il problema al menisco ha velato l’umore dell’ambiente bianconero e ha privato Allegri di una pedina chiave nella piccola rivoluzione tattica allo studio nella tournée americana. Per carità, Paul Pogba dovrebbe tornare l’11 settembre, quindi relativamente presto, ma trascinerà con sé qualche incognita.



Auguri Max, dunque. Perché i critici sono in agguato, scrutano appollaiati l’evolversi dell’estate, pistoleri con i loro «lo dico da sempre» caldi nella fondina. Lo ha detto bene Adriano Galliani: «Massimiliano Allegri è come Giovanni Trapattoni, vince e viene criticato. Ma quello che conta è che vince. Non capirò mai perché ogni tanto la gente si innamori di allenatori o giocatori che non vincono mai e, a volte, non riesca ad apprezzare chi vince più degli altri, proprio come Trapattoni e Allegri». Perché chi ha la memoria lunga non può dimenticare come il Trap, oggi giustamente celebrato come un monumento del calcio, negli anni in cui vinceva letteralmente ogni trofeo a disposizione con le sue Juventus, veniva accompagnato da litanie sull’eccessivo difensivismo di cui, per fortuna, gli almanacchi (di carta o digitali che siano) non hanno conservato traccia. Trapattoni ha allenato Allegri a Cagliari. E Allegri ha sempre tenuto d’occhio le statistiche di Trapattoni, senza l’ambizione di superarlo, ma con l’orgoglioso pensiero di potersi paragonare a lui nel quadro della ultracentenaria storia bianconera. Tuttavia, è ovvio che quest’anno Allegri abbia meno margine per sbagliare, avendone consumato una parte nella scorsa stagione. Quest’anno ha una squadra costruita quasi su misura per lui e ha scartavetrato la ruggine che ne aveva irrigidito la reattività all’inizio del campionato passato. Quest’anno l’obbligo di vincere di cui ha parlato non è solamente una figura retorica.

Auguri Max, dunque. Cinquantacinque anni, diciannove da allenatore, con un palmares che ne dimostra molti di più e un entusiasmo che ne dimostra molti di meno. Non è detto che quella che lo aspetta sia la sfida più importante e difficile della sua carriera, di certo è quella nella quale si gioca tanto e che può restituirgli tanto, perché può valergli la consacrazione da vincente assoluto o dare la stura alla schiera dei detrattori. È un bivio che non lo spaventa, anzi forse rende ancora più frizzante il brindisi di oggi.

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