Ferrara: “Paredes sistemerà tutto il centrocampo della Juve”

“L’argentino orta consistenza e qualità, permetterà ai compagni di rendere al meglio. Ottimo anche il colpo Bremer: sta affrontando un percorso di crescita, ma è già forte”
Ferrara: “Paredes sistemerà tutto il centrocampo della Juve” © CIAMILLO

L'ultimo tassello, incastri permettendo, è quello che completa il puzzle. Ma anche quello che finisce per esaltare l'immagine nella sua totalità. Parole e musica di Ciro Ferrara, uno che la Juventus l'ha vissuta dal campo prima e dalla panchina poi. E che, ancora all'albeggiare della nuova stagione, promuove a pieni voti l'ultimo tassello aggiunto al puzzle di Allegri. «Paredes è un rinforzo fondamentale, perché ha caratteristiche tecniche che alzano il livello dell'intera squadra – l'analisi dell'ex difensore centrale, campione d'Europa e del mondo in bianconero nell'anno di grazia 1996 –. L'argentino darà consistenza e qualità a un reparto che puntualmente, nelle ultime stagioni, ha reso al di sotto delle aspettative: il fatto che Arthur sia stato ceduto e Rabiot sia stato a un passo dall'addio lo testimonia, visto che stiamo parlando di due elementi che nel centrocampo del recente passato sono stati protagonisti». 


 
Ciro Ferrara, quale sarà il valore aggiunto assicurato da Paredes? 
 
«Porterà geometrie e pulizia nell'impostazione, occupando una posizione in campo che permetterà anche ai compagni di reparto di smarcarsi da determinati compiti e di rendere al meglio. Lui e Miretti alzeranno l'asticella di questa Juventus». 
 
Il giovane bianconero è già pronto per caricarsi sulle spalle la squadra? 
 
«Cito Allegri: se un giocatore è forte, gioca. A quel punto, perde d'importanza che abbia 18 o 25 anni. Poi, chiaro, va tenuto conto delle tappe di maturazione che un ragazzo del 2003 deve necessariamente affrontare, perché non è semplice essere subito decisivi in una squadra che lotta per i massimi obiettivi. Ma Miretti, oggi, non è solo la grande speranza della Juventus: è la grande speranza dell'Italia».  
 
E tra pochi giorni anche lui sfiderà il Psg: come arriva la Juventus a questa sfida? 
 
«Arriva con le sensazioni che porterà via da Firenze domani pomeriggio: vincere aiuta a vincere. Un successo al Franchi, magari supportato da una bella prestazione, garantirebbe la spinta migliore per andare a sfidare a viso aperto tutti quei fuoriclasse».  
 
Da difensore a difensore: la sfida al Psg rappresenterà anche l'esordio sul palcoscenico internazionale per Bremer, cosa si aspetta da lui? 
 
«Sta affrontando un percorso di crescita, come capitato a tutti e come inevitabile. Parigi sarà subito un bel banco di prova, ma sono convinto che lo supererà. Anche perché ha un bel vantaggio... Alcuni tra i migliori attaccanti d'Europa è abituato ad affrontarli tutti i giorni in allenamento e questo è un aspetto fondamentale per continuare a progredire. Ma Bremer già oggi è un ottimo difensore: la Juventus ha messo a segno un gran colpo assicurandosi il miglior centrale della scorsa Serie A». 
 
A proposito di Psg-Juventus, ricorda l'ultimo precedente tra le due squadre? 
 
«Come no, la Supercoppa Europea nel 1997: avevo giocato sia all’andata che al ritorno, trovando anche il gol in quell’incredibile vittoria per 6-1 in Francia. Ecco, a distanza di tanti anni vorrei anche sfatare un mito: quello di Zidane su cui sono intervenuto era un tiro, mica un cross come hanno raccontato in tanti. A momenti mi spaccavo in due la testa...».

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