«Il paziente sta bene, è tranquillo, ha trascorso una nottata serena e non vede l’ora di iniziare il percorso riabilitativo». A parlare è il professor Roberto Rossi, specialista in ortopedia e traumatologia, primario all’ospedale Mauriziano di Torino, professore ordinario all’Università di Torino e consulente della Juventus. È il chirurgo che lunedì ha operato Paul Pogba al menisco e che ne seguirà il recupero.
Professor Rossi, è stata un’operazione difficile?
«Beh, la lesione del menisco esterno era complessa perché il tessuto era frammentato».
Come si è arrivati alla decisione dell’intervento chirurgico?
«Come si è visto anche dalla precedenti risonanze magnetiche, la lesione meniscale era peggiorata e quando il giocatore ha provato a forzare correndo in campo ha avuto un blocco articolare del ginocchio».
La terapia conservativa è stata un fallimento quindi?
«Diciamo che non ha funzionato. Anzi, la lesione si è aggravata. Immaginiamo il menisco come una guarnizione, costituita da fibre di collagene. A volte accade che le fibre non siano più riparabili: dipende dalla sede della lesione, dalla tipologia della lesione e dalla qualità dei tessuti. Quando martedì siamo intervenuti abbiamo valutato tutti questi tre elementi».
E il risultato qual è stato?
«Anche se avessimo voluto compiere una sutura del menisco rotto, non c’erano le condizioni per poterlo fare: non era più riparabile. Si è potuti intervenire soltanto con una meniscectomia. Del resto, il giocatore era già stato visitato da due luminari del settore, una consulenza direttamente negli Stati Uniti e un’altra in Francia: in entrambi i casi i chirurghi avevano dato indicazione per un intervento».
Quanto è durata l’operazione?
«Circa 40 minuti in artroscopia. Appena abbiamo visto il menisco abbiamo capito che la lesione era peggiorata ulteriormente. È stata rimossa la porzione danneggiata del menisco esterno, che è una struttura molto importante e più complessa, per esempio, del menisco mediale perché è più spesso e ha caratteristiche biomeccaniche».
E adesso quando inizierà la riabilitazione?
«Subito, da domani (oggi, ndr). Si comincia con attività a catena cinetica chiusa. Utilizzerà, cioè, la muscolatura che serve per il ginocchio ma lo farà a ginocchio esteso, non flettendo la gamba. Poi, in base alla reattività del ginocchio, se cioè avvertirà o meno dolore e se non ci saranno gonfiori, si passerà all’attività a catena cinetica aperta: si lavorerà sui muscoli che servono al ginocchio e potrà piegarlo. Sarà una procedura ovviamente più impattante».
E poi si arriverà finalmente alla corsa...
«Esatto. Poi si passa alla fase finale con la ripresa in campo».
Quanto tempo occorrerà per arrivare alla fase 3?
«In accordo anche con i medici della Juventus abbiamo indicato in otto settimane il tempo necessario affinché Pogba possa riaggregarsi alla squadra e tornare agli allenamenti in gruppo. Questo è il tempo stimato, poi occorre valutare le condizioni e le reazioni quando inizierà a forzare».
Nel senso che potrebbe metterci più o meno di due mesi...
«Il giocatore sarà valutato a cadenza settimanale: verrà al JMedical dove seguirò l’evoluzione della riabilitazione e le risposte del ginocchio».
Di che umore era Pogba dopo l’intervento?
«Direi sereno, ha passato la notte in clinica, ed era molto carico, desideroso di iniziare quanto prima la riabilitazione».