Juve, Di Maria incredulo con Milik: "Ma perché ti ha cambiato?" VIDEO

L’argentino a fine match ha raggiunto il compagno, che però non aveva risposte

TORINO - Nella stessa porta, sotto la Curva Nord, sempre di testa, ma con una sostanziale differenza: il gol con cui Arkadiusz Milik ha sbloccato il risultato in Champions League contro il Benfica è stato convalidato. Non basta certo per compensare il danno e la beffa (rete annullata e l’ammonizione per essersi sfilato la maglia che ha portato all’espulsione contro la Salernitana) di domenica, ma quanto meno ha restituito il sorriso sul volto dell’attaccante e ha consentito all’Allianz Stadium di tornare a esultare dopo la rabbia masticata in campionato. L’entusiasmo è durato però appena 40’, fino al pari di Joao Mario su rigore, per poi trasformarsi in disperazione dopo il vantaggio di Neres e in bordate di fischi quando la squadra si è presentata a testa bassa sotto la Curva Sud. Non è sfuggito però il siparietto al triplice fischio finale di Angel Di Maria che si è avvicinato a Milik in panchina perché sostituito e, a gesti, gli ha chiesto incredulo “ma perché ti ha cambiato?”. Già, se lo sono chiesti un po’ tutti, e non soltanto in campo. L’attaccante polacco era stato fino a quel momento uno dei migliori, aveva segnato e sfiorato il raddoppio e sarebbe stato utile anche nei minuti finali per cercare di acciuffare il pari, ma Massimiliano Allegri lo ha richiamato in panchina. Lo stesso Milik ha risposto all’argentino con un “Boh”.  

Le parole di Milik

«Sono stati buoni i primi 20-30 minuti, dopo c’è mancato qualcosa, abbiamo perso meritatamente - sostiene Milik a fine gara -. Ognuno deve fare di più, l’unica strada è il lavoro e trovare una soluzione per uscire dal momento difficile, ognuno deve guardare dentro se stesso. I fischi? Li abbiamo meritati».  

“Zitti e lavoro”

Sulla stessa lunghezza d’onda Mattia Perin, ancora tra i pali al posto di Szczesny e nuovamente importante con le sue parate: «Non siamo contenti di non avere la continuità giusta, abbiamo iniziato fiduciosi, poi c’è stato un black out e non siamo riusciti a trovare il ritmo dell’inizio. Ne parliamo tra noi, siamo consapevoli e stiamo cercando di trovare la quadra. Sono sicuro che troveremo una soluzione. Ci fa star male non vincere e non giocare da Juventus. E’ il momento di stare zitti e lavorare, guardarci negli occhi e capire quello che non va. Allegri ci ha detto la stessa cosa, lavorare e confrontarci per capire da dove arrivano i problemi. Ci sono ancora 12 punti in palio in Champions, noi ci crediamo».

Effetto asteroide

La Juventus si aggrappa all’unica nota lieta (oltre al ritorno di Di Maria, entrato nella ripresa) della serata: ancora un gol del polacco ex Marsiglia, che si conferma in una forma straordinaria. L’impatto di Milik sulla Juventus è stato devastante: anche se ha vestito la maglia bianconera con due anni di ritardo, sta recuperando il tempo perduto con gli interessi. E l’intesa con Dusan Vlahovic sta crescendo. Sia il serbo sia il polacco erano ancora a digiuno in Champions League: ha prevalso Milik, un vero killer d’area e, come sostiene il tecnico livornese, più esperto e con un gioco più pulito rispetto a Vlahovic. L’ex Fiorentina è in un momento negativo: non riesce a essere più decisivo, colpa anche della sua smania di segnare che si rivela controproducente perché gli fa perdere lucidità. La specialità di Milik si sta invece rivelando il colpo di testa: la rete di ieri sera è stata quasi una fotocopia di quella contro la Salernitana. È cambiata soltanto la fascia da cui è partito il pallone. 

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