Juve e Allegri, i retroscena: ecco quando si tireranno le somme

Risultati, comunicazione, risposta del gruppo: nodi da risolver. Salvo grandi imprevisti, Monza non sarà decisiva per il tecnico
Juve e Allegri, i retroscena: ecco quando si tireranno le somme© EPA

TORINO - Che la Juventus questa sera sia a 2 punti dalla vetta della classifica, oppure che sia staccata di 7, o che si trovi in una delle molte possibili, e più probabili, situazioni intermedie, il 2 ottobre contro il Bologna a guidarla dalla panchina per la ripresa del campionato ci sarà ancora Massimiliano Allegri. E ci sarà fino al 30 giugno 2025 (giorno della scadenza del suo contratto) secondo i piani e le convinzioni della società, fiduciosa nella capacità del tecnico di risolvere i problemi che stanno rallentando la corsa bianconera in campionato e non l’hanno proprio fatta partire in Champions League.

Piani e convinzioni che però, come da sempre accade e sempre accadrà nel calcio, sono e saranno soggetti al confronto con situazioni, risultati, prestazioni e prospettive e, in base a quel confronto, suscettibili di modifiche. Modifiche da escludere nell’immediato presente, è bene ribadirlo, ma non all’infinito. La Juventus che ha vinto solo due delle otto partite disputate in questo avvio di stagione, perdendone altrettante e pareggiando il resto, è stata indubbiamente frenata da una serie pesante di infortuni che hanno per giunta colpito i giocatori di maggiore qualità e personalità: dal ritardo imprevisto nel recupero di Chiesa alla rottura del menisco di Pogba (complicata dalla scelta del giocatore di non operarsi subito), dai guai muscolari di Bonucci a quelli di Di Maria passando per quelli di buona parte del resto della rosa. 

La dirigenza juventina è convinta che Allegri, recuperate almeno le vittime dei problemi muscolari (e magari facendo in modo assieme allo staff di ridurne il numero in futuro) e inseriti sempre meglio i nuovi, a cominciare da Paredes arrivato alla vigilia della quinta giornata, dopo la sosta per le Nazionali possa cominciare a marciare a un ritmo superiore agli 1,67 punti a partita attuali. Complici le difficoltà incontrate finora anche dalle altre grandi, la Juventus sarebbe tutt’altro che tagliata fuori dalla lotta Scudetto: anzi, la aspetterebbe una rimonta molto più facile di quella riuscitale nel 2015 (ricordata proprio ieri da Allegri, anche allora in panchina) quando dopo sei giornate i punti bianconeri erano 5, la metà di quelli attuali. Quella Juventus, però, dall’11ª alla 36ª giornata vinse 25 partite e ne pareggiò una. Sarebbe rischioso scommettere sul bis di una tale cavalcata, dunque è bene che la squadra attuale cambi marcia prima: oggi a Monza e poi subito alla ripresa. Prima della lunga sosta per il Mondiale ci sono nove partite in campionato e quattro in Champions League e sarà su queste tredici tappe che la dirigenza juventina farà le proprie riflessioni riguardo al futuro di Allegri: riflessioni che non riguarderanno soltanto il cammino fatto, ma anche le prospettive che quelle tredici partite offriranno sul cammino da fare da gennaio in avanti.

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