Juve, cosa deve accadere adesso?

Juve, cosa deve accadere adesso?© Juventus FC via Getty Images

Tanto imprevedibile e umiliante è stata la sconfitta della Juventus a Monza, quanto prevista la conferma di Massimiliano Allegri sulla panchina. Era difficile immaginare una squadra tanto molle e inerme dopo una settimana che, tra Var e Benfica, avrebbe dovuto produrre rabbia e orgoglio. Molto più facile anticipare che la partita contro il Monza non avrebbe comportato rischi per il destino di Allegri. Questo per le ragioni che stanno reggendo l’impatto dell’unanime scontento dei tifosi e, soprattutto, del rischio che la stagione deragli, causando così anche ingenti danni finanziari.  

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Quando la dirigenza della Juventus, da Agnelli in giù, ha scelto Allegri nel giugno del 2021, ha impostato intorno a lui un piano tecnico ed economico che la stessa dirigenza fatica a smontare: perché sarebbe la quarta volta in quattro anni, perché avrebbe dei costi importanti, perché vorrebbe dire smentire l’enorme fiducia riposta in Allegri al punto di fargli firmare un contratto quadriennale, scelta inusuale per un allenatore. Oggi la Juventus e i suoi tifosi sono prigionieri di Allegri, di quel contratto e di quella coerenza societaria, perché anche volendolo non è così facile cambiare guida tecnica. 
E la Juventus, per la cronaca, non lo vuole. Cioè: all’interno del club se ne parla, ma non si trovano abbastanza motivi per rendere l’esonero anche solo un’ipotesi. E non solo per le ragioni elencate sopra, anche perché c’è il dubbio che un cambio di guida tecnica non rappresenti una svolta, in una stagione così strana e nelle quale non c’è tempo per allenare fino al Mondiale e, dopo la pausa, non ci sarà tempo di allenare dopo il Mondiale. E poi: a chi affidare la squadra? Certo, la decisione con cui viene confermato oggi non è detto che regga all’infinito l’impatto delle sconfitte, ma la recente storia della Juventus non consente di sbagliare ancora e la centenaria storia della Juventus testimonia la scarsa attitudine del club all’esonero (oltretutto quando è accaduto non è mai andata benissimo).  

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È giusto che la Juventus non venga travolta dall’onda emotiva degli sconcertati tifosi: la solidità di un club si misura anche in questi casi e andrebbe sempre tenuto a mente quel piccolo dettaglio di avere la stessa proprietà da un secolo, durante cui la Juventus è diventata uno dei club più titolati del mondo.  
Tuttavia il presente riporta a una realtà, tutt’altro che virtuale, di prestazioni inquietanti, di Champions seriamente compromessa, di sconfitte brucianti. Uno scenario causato da tre gravi carenze: 1. manca un’impronta di gioco (va bene non esagerare con la tattica, ma è evidente che i giocatori necessitino di qualche indicazione in più); 2. manca la forma fisica (se si assume che il gruppo sia sano e non abbia giocato “contro”, dalla velocità assai blanda tenuta in campo bisogna desumere che c’è un problema atletico); 3. manca il carattere (la squadra si impaurisce di fronte alla prima difficoltà, anche minima). Se Allegri viene confermato è perché la società crede nella sua capacità di risolvere i tre problemi. Da fuori, alla luce di quanto visto finora, è lecito avere dei dubbi. Più che #Allegriout è più un #Allegriboh.  
Questo non toglie responsabilità ai giocatori, che anche ieri non hanno dato dimostrazione di particolare attaccamento alla maglia che qualcosa è diverso dal mortificato autodafé davanti alla curva e andrebbe espresso in campo, durante la partita, in ogni contrasto, in ogni azione, in ogni corsa dietro all’avversario. Le conferenze stampa di presentazione e le interviste sono zeppe di retorica sull’importanza di giocare per la Juventus, vista la partita di ieri, forse sarebbe meglio conservare il fiato per correre un po’ di più.

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Tanto imprevedibile e umiliante è stata la sconfitta della Juventus a Monza, quanto prevista la conferma di Massimiliano Allegri sulla panchina. Era difficile immaginare una squadra tanto molle e inerme dopo una settimana che, tra Var e Benfica, avrebbe dovuto produrre rabbia e orgoglio. Molto più facile anticipare che la partita contro il Monza non avrebbe comportato rischi per il destino di Allegri. Questo per le ragioni che stanno reggendo l’impatto dell’unanime scontento dei tifosi e, soprattutto, del rischio che la stagione deragli, causando così anche ingenti danni finanziari.  

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