Juve, scatta l’ora Max. Un’Allegrata in arrivo?

Da Vidal trequartista al 4-2-3-1. Spesso il tecnico svolta in corsa. E rialza la testa
Juve, scatta l’ora Max. Un’Allegrata in arrivo?© Marco Canoniero

TORINO - Uno dei motivi per cui Massimiliano Allegri (e con lui il partito degli allegriani, che è più nutrito del previsto) guarda ancora al prosieguo della stagione con ottimismo e fiducia risiede nella speranza di una nuova, imminente, “allegrata”. Trattasi di specialità della casa: un colpo d’intelletto, un’alzata d’ingegno, un guizzo di creatività in virtù del quale - in passato - il tecnico livornese è riuscito ad accendere una scintilla nelle sue squadre. Ergo ad imprimere una autentica svolta alla stagione, un netto cambio di passo in termini di prestazioni e media punti. Una variazione tattica, un cambio di ruolo di un giocatore... Insomma, una scintilla - giunta quasi inattesa - che innesca tutto un circolo virtuoso. Una scintilla frutto di una dote innata e di un “processo di elaborazione dati” che solitamente Allegri porta avanti dopo una prima fase di studio e di conoscenza dei giocatori. Lo dice sempre: finché non alleno un giocatore non posso dire di conoscerlo e non ho idea di quale sia il modo migliore per permettergli di esprimere tutto il suo potenziale. Così come spesso sottolinea che non è tanto questione di moduli e schemi quanto piuttosto di uomini. Dunque, si ingegna finché non trova un modo per metterli in campo tutti insieme, i suoi calciatori migliori. Quelli che possano fare la differenza. Peraltro, di solito è proprio tra ottobre e novembre che questi guizzi iniziano a prender consistenza.
Una delle prime, grandi, decisive Allegrate risale al novembre 2014. Il tecnico si era da poco insediato sulla panchina della Juventus (dopo le dimissioni inattese, a ritiro già iniziato, del suo predecessore Conte). Inizialmente aveva scelto di andarci cauto e di non modificare l’assetto, vincente, che aveva ereditato: 3-5-2. Ma nella testa qualcosa gli frullava. In Juventus-Olympiacos del 4 novembre, s’è capito cosa. In quella gara di Champions, infatti, il tecnico ha varato un 4-3-1-2 in cui Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini e Asamoah giostravano davanti a Buffon; il centrocampo era a rombo formato da Marchisio, Pirlo (vertice basso), Pogba e Vidal (trequartista). Morata e Tevez in attacco.

Anche nella stagione successiva, ecco una rivoluzione a stagione in corso. Anzi, meglio: una restaurazione. E’ il 21 novembre 2015, c’è Juventus-Milan (ignaro del fatto che nel 2022 avrebbe poi dichiarato «le mi squadre non hanno mai giocato con la difesa a tre...) il bianconero decide di porre rimedio ad un andazzo fatto di tanti, troppi gol subiti riproponendo un 3-5-2 con i tre centrali bloccati. Tre professori: Barzagli, Bonucci e Chiellini. I risultati si vedono.
Ma il capolavoro assoluto e più spettacolare arriva nel 2017, il 22 gennaio: Allegri stupisce tutti mandando in campo contro la Lazio una squadra modulata secondo un 4-2-3-1 con Cuadrado, Dybala e Mandzukic alle spalle di Higuain. Aveva questi quattro giocatoroni e ha detto loro: se voi ci mettete un po’ di sacrificio, io riesco a mettere in campo voi 4 insieme. Mandzukic e Cuadrado ne misero un po’ per tutti, e i gol arrivarono in quantità industriale.
Nella stagione successiva un’altra intuizione, in questo caso ad personam: Juventus-Sporting (17 ottobre 2017): negli ultimi minuti leva Sturaro, per l’occasione schierato terzino destro, e al suo posto inserisce Cuadrado. Prima volta di una lunga serie.

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