Massimo Mauro: “Vlahovic, dovresti studiare Batistuta”

Il grande ex bianconero: "Gabriel era un maestro nel fare i movimenti per ricevere palla faccia alla porta, Dusan in questo difetta. E il primo tocco..."
Massimo Mauro: “Vlahovic, dovresti studiare Batistuta”© Marco Canoniero

TORINO - Massimo Mauro, la parola “fuoriclasse” è già appropriata per Haaland?
«A me sembra che abbia l’umiltà del fuoriclasse. La semplicità. Chi conosce la sua carriera sa che è cresciuto moltissimo negli anni in cui ha giocato: lo si è visto sempre migliorare in tutti i fondamentali sia tecnici che tattici, perché è anche uno capace di aiutare la squadra quando la palla ce l’hanno gli avversari. E non è certamente peggiorato nel fare gol... Quello ce l’ha ne sangue, si vede.Però per essere considerati uno dei migliori al mondo, bisogna sempre pensare che hai qualcosa da imparare e lui mi sembra che sia un giocatore così. Ha la semplicità dei grandi».



Vlahovic, classe 2000 anche lui, non sta facendo gli stessi pogressi.
«Certamente è un giocatore che è entrato in difficoltà, perché in difficoltà è entrata la vita della Juventus. Ora, non è che un ragazzo arrivato da qualche mese possa risolvere tutti i problemi. Però lui deve migliorare le sue caratteristiche e i fondamentali. Sia la tecnica, sia il modo di stare in campo: ha molto, molto, molto da migliorare. Anche se è chiaro che ha delle qualità da bomber vero e ha voglia di arrivare. Ma quella voglia la deve dimostrare non sbraitando o facendo a botte con gli avversari, bensì diventando leader, facendo i movimenti giusti, facendosi dare la palla davanti alla porta e facendosela dare faccia alla porta, nn spalle alla porta. Deve imparare a muoversi nella maniera giusta e poi migliorare molto tecnicamente perché spazio non ne avrà mai,. Non può pensare di avere i difensori a 2 metri di distanza e quindi avere tutto il tempo necessario per controllare la palla... Lui giocherà sempre con un uomo attaccato al sedere che lo spingerà, lo strattonerà; dunque deve tentare di prendere la palla in maniera diversa. Perché se fa la guerra, allora finisce che la guerra quasi sempre la vince il difensore. Se invece Vlahovic impara a evitare il difensore e il contatto, avrà più facilità a segnare».

Ormai è un ritornello, per Allegri: Dusan è bravo ma deve migliorare nel controllo di palla. È questione solo di tecnica o più ancora di emotività?
«Tecnicamente è un giocatore fatto, non ha niente da imparare. Dire che non sa stoppare una palla sarebbe una sintesi stupida, è ovvio. Ma non riesce a mettersi nelle condizioni di calciare in porta con il primo tocco e, nel calcio di oggi il primo tocco determina sia la giocata, sia il tiro in porta, sia il passaggio filtrate. Vlahvic, dicevamo, ha sempre l’uomo attaccato. Ma non esistono grandi giocatori a cui vengono lasciati spazi! Quindi lui deve sapere che è così, e quindi deve velocemente capire come fare per poter toccare la palla una volta sola e calciare in porta. Se fa due tocchi,non calcia in porta. Si tratta di tecnica abbinata a rapidità di pensiero. Ma chiaramente quando hai i battiti a 180 e sei meno lucido, diventa tutto più difficile».

Le viene in mente qualcuno che abbia fatto un grande scatto in questo senso?
«Batistuta! Tecnicamente non era un giocatore eccelso: non aveva dribbling... Però lo ha capito e ad un certo punto prendeva la palla solo davanti. Spalle alla porta la pendeva due volte a partita, poi se la faceva sempre buttare davanti e lì era incontenibile. Perché sia fisicamente, sia come corsa, sia come calcio in porta era straordinario. Forse a Vlahovic bisognerebbe far vedere i movimenti di Batistuta per imparare come prendere la palla in corsa faccia alla porta. Così sì che potrebbe vincere sempre il confronto con il difensore: perché è forte, sa sgomitare, ha il piede destro portante fortissimo. E non lo spostano».

Quindi si torna a un’altra questione nodale: non è tanto questione di quanti palloni riceve a partita, ma di come e dove se li fa dare.
«Essì! Ora, mi viene in mente il primo gol di Immobile domenica contro la Cremonese: questo movimento in cui si apre e corre verso la porta aprendo lo spazio tra lui e il difensore per ricevere la palla. Io un movimento così non l’ho ancora mai visto fare a Vlahovic».

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