Juve, Allegri e i gironi di Champions: quei precedenti e la voglia di fiuuu

Il tecnico bianconero non ha mai fallito e resta convinto di qualificarsi agli ottavi: "Anche nel 2014 siamo stati ad un passo dall’eliminazione, però poi... Credo nella Juventus e nell’aritmetica"
Juve, Allegri e i gironi di Champions: quei precedenti e la voglia di fiuuu© Juventus FC via Getty Images

TORINO - Massimiliano Allegri ha una gran voglia di “fiuuu”.  Racconta: «È vero, mi son sempre qualificato agli ottavi fino ad ora, da allenatore. Le mie squadre non sono mai partite così male in Champions League. Però... Al primo anno alla Juve rischiavamo in casa contro l’Olympiacos di essere eliminati perché stavamo perdendo 2-1. Finché la matematica non ci condanna lavoriamo per passare il turno. Contro il Maccabi dobbiamo mettere un mattoncino, poi vedremo più avanti». 
Il precedente di cui sopra porta per l’appunto ad un #fiuuu diventato virale, hastag storico che potrebbe a buon diritto trovare posto nel museo bianconero. In quell’edizione di Champions (2014-15) la Juventus era nel Gruppo A con Atletico Madrid, Olympiakos e Malmoe. Dopo una prima vittoria contro gli svedesi, ecco due battute d’arresto: sconfitta per 1-0 in Spagna eppoi di nuovo per 1-0 in Grecia. Quel che è peggio, si stava concretizzando in maniera irreparabile anche il terzo ko, alla quarta giornata: a 25 minuti dal termine di Juventus-Olympiakos del 4 novembre, capitan Buffon e compagni stavano perdendo 2-1. La svolta giunse però inattesa e provvidenziale grazie ad un autogol di Roberto al 20’ e, subito dopo, a una rete di Paul Pogba. Allegri ebbe appunto modo di commentare via social: «L’abbiamo vinta tutti assieme, soffrendo come gruppo con i nostri fans. Ora dipende tutto da noi, possiamo puntare al primo posto. #fiuuu». 

Le analogie

Qualche analogia c’è. Qualora mai la Juventus battesse stasera il Maccabi, chiuderebbe la prima metà del girone con 3 punti. E sarebbe chiamata poi a recuperare e vincere negli scontri diretti. Allegri: «Abbiamo 0 punti in 2 partite, bisogna cercare di vincere. Questo non vuol dire andare in campo e avere ansia e fretta. Le partite sono lunghe. Dobbiamo evitare di strafare, proprio come col Bologna. Quando si rincorre, come succede a noi in campionato e anche in Champions League, non è che in una partita si possono risolvere tutti i problemi. Dobbiamo partire da una vittoria e speriamo che sia questa la volta buona. Poi, un passo alla volta, si prosegue». 
Per la cronaca e per chi mai non lo ricordasse, la Juventus chiuse quell’edizione 2014-15 a Berlino. In finale, contro il Barcellona (3-1 per i catalani). Il tecnico implicitamente sembra revocare anche questo: «E’ questa la partita più importante della stagione? Non si sa, dipende... Può essere anche tra un mese o due mesi. Magari tra sei mesi. Però diciamo pure che è la più importante del momento perché è da vincere. La partita più importante è sempre quella più vicina». 
Le indicazioni al gruppo: «Nei momenti di difficoltà bisogna giocare una partita normale, bisogna mettersi al servizio della squadra. A nessuno è stato chiesto di vincere da solo ma di fare una partita di squadra, con compattezza. In questi momenti la fretta e l’ansia ti portano a sbagliare. L’importante è che il grupo prosegua migliorando la prestazione di domenica scorsa sotto l’aspetto difensivo, offensivo e dei momenti della partita». 
Uno sguardo al girone e una curiosità: tutti danno per scontato che la Juve debba fare la corsa solo sul Benfica. Giusto così? «Nel calcio non si sa mai. Se il Psg perde tutte e due le partite col Benfica... Ma noi dobbiamo lavorare su noi stessi: è inutile pensare al Benfica se non battiamo il Maccabi all’andata e al ritorno. Innanzitutto concentriamoci su questa partita, poi abbiamo il campionato, poi di nuovo il Maccabi e poi di nuovo il campionato. Una cosa alla volta, bisogna cercare di fare risultato». 

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