Allegri, visto il Napoli? Gli attaccanti non sono mai troppi

Il trionfo con l'Ajax come linea guida per la Champions League della Juve
Allegri, visto il Napoli? Gli attaccanti non sono mai troppi

TORINO - Nel Napoli che stravince ad Amsterdam contro l’Ajax (6-1) emerge lui, il gioco. Un gioco totale nella patria del calcio totale. Un collettivo dove emergono i singoli, i singoli che si esaltano nel collettivo. Un ingranaggio perfetto, quello messo su da Luciano Spalletti. Capace di assorbire le assenze, di volta in volta. Qualcuno si è accorto che non c’era mister 100 milioni Victor Osimhen? Troppo bravi i suoi compagni per ricordarlo.

Il comandante… comanda

Il gioco, quindi. Fatto di pressing, recupero palla, corse perdifiato, incursioni laterali e centrali, tiri da fuori e da dentro, conclusioni micidiali sulle palle inattive. E su tutti il Comandate Anguissa, monumentale, imprendibile, uomo ovunque capace di difendere, impostare, porgere palloni al bacio. Ormai una certezza, lì in mezzo. Il miglior affare prezzo qualità.

Allegri, visto come si attacca?

E poi la dinamica dell’azione, con palle in profondità, di continuo. In totale contro l’Ajax 26 tiri, di cui 13 nella porta, 498 passaggi (429 completati), 131 attacchi, di cui 33 pericolosi. Ok, i numeri non sono tutto, ma spiegano bene il dominio azzurro. Tutti avanti, sospinti da dietro, dal muro che blocca tutto e fa ripartire: Rrahmani e Kim formano un coppia da sogno (Koulibaly chi?), i terzini spingono alla grande (Di Lorenzo segna pure), Lobotka dirige che sembra Iniesta, Zielinski è il solito che fa male, Lozano sprinta, Raspadori colpisce, Kvaratskhelia fa venire il mal di testa agli avversari e partecipa alla goleada, come il subentrato Simeone. Prenda appunto Max Allegri: quattro offensivi non sono mai troppi. La Champions si gioca così.

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