Il rapporto con Allegri
Nel suo libro “Una vita da terzino” non era stato tenerissimo con Allegri, raccontando momenti in cui aveva avuto frizioni con il gruppo. Lo vede diverso rispetto ad allora? «Sicuramente ha molta più esperienza. Non dimentichiamo cosa ha vinto alla Juventus: questo bisogna sempre tenerlo in considerazione. Ha di sicuro più padronanza sia nella gestione della partita sia nella gestione dei giocatori. E’ molto più maturo, più abile a governare le situazioni difficili».
Ben sapendo quanto sia legato e entrambe le piazze da un punto di vista affettivo, le chiediamo una riflessione prettamente tecnico-tattica. Potendo giocare questa partita, organici alla mano, in che squadra si schiererebbe? «Ah sì. Sentimentalmente non potrei scegliere! Ho passato 7 anni bellisismi alla Juventus, poi 4 nel fine carriera al Milan. Ma se devo guardare il momento attuale delle due squadre penso che dovrei dire Milan: Theo Hernandez è uno che fa la differenza ed era il più in forma, ma è reduce da infortunio; Calabria è ko, Florenzi è ko… A Pioli potrei fare comodo. La Juventus invece spesso cambia modulo: a volte gioca con il 4-3-3, altre con il 3-5-2 ed è a posto con Kostic, Cuadrado, Alex Sandro... Gli esterni alti li ha e dietro sono ottimi difensori: su tutti c’è un Bonucci che si è rivelato un punto di riferimento soprattutto nella difesa a 3. In questo momento sulle fasce la Juve ha meno bisogno...».