La Juve sbanda, il Milan riparte

Si interrompe subito la risalita bianconera: ko per 2-0 a San Siro e -7 dai rossoneri, potenziale -10 da Napoli e Atalanta

Non è arrivato il terzo indizio. Quello che, assieme alle vittorie su Bologna e Maccabi Haifa, avrebbe dovuto costituire la prova della guarigione della Juventus, dopo l’orribile settembre da tre sconfitte e due pareggi. A San Siro si è rilanciato il Milan, che battendo 2-0 i bianconeri si è scrollato di dosso i tre gol presi mercoledì dal Chelsea e martedì potrà provare a prendersi la rivincita sui Blues con ritrovata fiducia. Fiducia che Allegri dovrà invece di nuovo ricostruire nei due giorni che mancano alla trasferta di Haifa, dove la sua squadra, che ora rischia il -10 da Napoli e Atalanta in campionato e intanto è andata a -7 dal Milan, dovrà per forza vincere per continuare a sperare nella qualificazione agli ottavi di Champions. Poi servirà un'altra volta raccogliere i cocci rimasti a San Siro e riprovare a risalire dalla buca in cui la Juventus è di nuovo caduta.

Cosa salvare della sfida di San Siro

La fiducia il tecnico bianconero e i suoi giocatori dovranno provare a cercarla nel primo tempo e nei 73 metri di campo nei quali la Juventus ha confermato almeno alcuni dei segnali incoraggianti mostrati nelle due vittorie seguite alla sosta per le Nazionali. Il problema per i bianconeri sono stati gli altri 32 metri del terreno di San Siro: meno della metà, ma i più importanti, perché si tratta delle due aree di rigore. Poco incisiva in quella rossonera e nelle sue vicinanze, e qui l’assenza degli uomini di maggior classe (Di Maria, Pogba, Chiesa) può essere una parziale (solo parziale) attenuante, la Juventus è stata disattenta e poco reattiva nella propria, trasformando ogni calcio d’angolo per il Milan in una situazione da fiato sospeso. Tanto che, anche nel primo tempo in cui la squadra di Allegri sembrava giocare alla pari e ha avuto un possesso palla del 57%, il Milan ha tirato 12 volte contro le 5 dei bianconeri (dato Lega Serie A, quello finale sarà 21-10) e ha colpito due pali. Fra l’altro quattro dei citati cinque tiri bianconeri sono arrivati nel primo quarto d’ora, in cui la Juventus come spesso accade ha dato il meglio di sé, alternando con saggezza fasi di aggressione alta e difesa posizionale. Anche per il resto del primo tempo, però, come detto la formazione bianconera ha tenuto il campo e, se sui due pali di Leao era stata fortunata, è stata sfortunata nell’episodio che ha sbloccato la partita. Il calcio d’angolo da cui, dopo un paio di rimpalli, è nato il gol di Tomori, è infatti arrivato su un’azione viziata da un netto fallo di Theo Hernandez su Cuadrado, non rilevato da Orsato (il var non è potuto intervenire perché quell’azione si era appunto conclusa con un calcio d’angolo).

L'errore di Vlahovic e il contraccolpo

A quell’episodio sfortunato si è poi aggiunto a inizio ripresa l’errore grave di Vlahovic che ha innescato Brahim Diaz per il contropiede del 2-0, complice un po’ di leggerezza di Milik nel lasciar scorrere il passaggio sbagliato del compagno. Proprio al recupero di Vlahovic Allegri dovrà dedicarsi in particolare, perché lui soprattutto è sembrato accusare il doppio colpo dell’errore personale e del raddoppio rossonero. Errore personale arrivato proprio dopo che le reti con Bologna e Maccabi, per quanto accompagnate da alcune grossolane sbavature in zona gol, sembravano poterlo rilanciare dopo un periodo buio come quello della squadra. Squadra che, dopo aver subito il contraccolpo del 2-0 e aver rischiato di subire la terza rete (bravo Szczesny su Theo Hernandez), nel finale ha trovato la forza di reagire e per due volte è andata vicina a riaprire la partita con Kean, prima di rischiare di nuovo nei minuti di recupero (ancora bravo Szczesny, stavolta su Origi). Buon inizio, buon finale, buon atteggiamento nella zona centrale del campo: ma è troppo poco senza incisività in zona d’attacco, senza solidità in zona difensiva, senza un’attenzione priva di blackout negli episodi decisivi. E’ troppo poco questa Juventus, per i suoi obiettivi.

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