Juventus, Chiesa sta tornando: le due possibili formazioni di Allegri

Rientro vicino, porterà più velocità e dribbling. Bianconeri ultimi in Serie A per uno contro uno

L'ultima partita in Champions League, Federico Chiesa l’ha giocata quasi un anno fa, il 23 novembre 2021. Da allora la Juventus ne ha disputate altre sette, ma l’azzurro è ancora il miglior marcatore bianconero della competizione con sei reti: firmate tutte nelle ultime otto partite che ha giocato, di fatto sette perché nel computo delle presenze c’è anche l’unico minuto disputato a Barcellona l’8 dicembre 2020. Dallo Juventus-Dynamo Kiev del 2 dicembre 2020 in cui segnò il suo primo gol in Champions a Chelsea-Juventus che resta la sua ultima apparizione europea, per essere precisi ha realizzato una rete ogni 101 minuti giocati.
Un dato che aiuta a capire quanto possa essere mancato alla squadra bianconera l’attaccante nato a Genova il 25 ottobre 1997. E quanto potrebbe essere importante se nel giorno del suo venticinquesimo compleanno riuscisse a regalarsi la possibilità di giocare contro il Benfica al Da Luz di Lisbona, nella sfida a cui sono appese le residue speranze juventine di raggiungere gli ottavi di Champions. E dalla quale dipenderà anche la possibilità di giocare almeno l’Europa League. Sfida in cui di certo non partirebbe titolare, ma in cui potrebbe essere prezioso anche per una manciata di minuti.

Dribbling e scatti

Che sia a Lisbona, oppure già venerdì con l’Empoli o il 29 ottobre a Lecce, il ritorno in campo di Chiesa comunque si avvicina: per uno spezzone prima e poi anche dall’inizio. Un ritorno destinato a cambiare la Juventus: tecnicamente e, soprattutto quando rientreranno anche Pogba e Di Maria, anche tatticamente. Aspetto, quest’ultimo, su cui il recupero dell’azzurro non inciderà più di tanto nell’immediato: intanto perché dopo quasi 10 mesi di inattività (si infortunò al crociato del ginocchio sinistro il 9 gennaio in Roma-Juventus) avrà bisogno di un po’ di tempo per trovare l’autonomia necessaria a giocare con continuità dal primo minuto, un po’ perché è probabile che per ora Allegri confermi 3-5-2 e 4-4-2, i moduli più utilizzati ultimamente.
Moduli in cui però il tecnico potrà inserire le caratteristiche di Chiesa, pressoché uniche nella rosa bianconera. A cominciare dalla propensione al dribbling e all’abilità nell’effettuarlo, doti delle quali la Juventus ha decisamente bisogno: ultima in Serie A per dribbling tentati, 18,9 ogni 90’ (dato Wyscout come i seguenti), quartultima per percentuale di riuscita (52%). Chiesa nelle due stagioni bianconere ha tentato rispettivamente 6,4 e 6,8 dribbling ogni 90’ (dunque più di un terzo rispetto a tutta la squadra in questa stagione), con il 61% e il 55,1% di percentuale di riuscita. Dribbling con i quali Chiesa si apre la strada per il passaggio, il cross e il tiro. Ecco, il tiro, anche e soprattutto da fuori area, è un altro contributo prezioso che Chiesa potrà portare alla squadra di Allegri, assieme ai suoi scatti ugualmente efficaci negli spazi stretti come in campo aperto. Strappi che nessuno degli attuali giocatori bianconeri è in grado di dare e che possono cambiare improvvisamente la velocità di una manovra d’attacco spesso troppo monoritmo.

Tre strade

Come e dove Allegri utilizzerà le doti di Chiesa? Inizialmente lo farà soprattutto a partita in corso, impiegando l’azzurro per spezzare l’equilibrio, per rimontare o al contrario per colpire avversari sbilanciati alla ricerca del pareggio. Posizione e compiti dipenderanno molto dalla situazione. Quando il tecnico tornerà a schierare Chiesa tra i titolari è probabile che lo faccia utilizzandolo da seconda punta, mantenendo dunque il 3-5-2 e il 4-4-2 dell’ultimo periodo, con l’azzurro al posto di Milik o di Vlahovic. Difficile vederli tutti e tre insieme dall’inizio, almeno finché Chiesa non avrà ritrovato una condizione tale da poter agire da esterno nel 4-4-2, ruolo che potrebbe interpretare sia a destra, con Kostic dalla parte opposta, sia a sinistra, con Cuadrado a destra: soluzione però subito buona a partita in corso, nel caso ci sia la necessità di segnare.
Con il ritorno di Chiesa Allegri potrebbe anche ripristinare il 4-3-3 con cui aveva inziato la stagione, con l’azzurro e uno tra Cuadrado e Kostic sulle fasce, Vlahovic o Milik in mezzo. Sia il colombiano che il serbo hanno però mostrato di non trovarsi benissimo da attaccanti, il primo perché l’età pare averne appannato lo spunto in area avversaria, il secondo per caratteristiche: più probabile che Allegri rispolveri il tridente quando anche Di Maria sarà tornato disponibile e potrà schierare il Fideo, Vlahovic e Chiesa, ovvero l’attacco della Juventus disegnata in estate con il 4-3-3. Una Juventus ideale che continua a perdere qualche pezzo (dopo Di Maria a Haifa, Bremer nel derby), ma che sta per ritrovarne uno molto, molto importante.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L'ultima partita in Champions League, Federico Chiesa l’ha giocata quasi un anno fa, il 23 novembre 2021. Da allora la Juventus ne ha disputate altre sette, ma l’azzurro è ancora il miglior marcatore bianconero della competizione con sei reti: firmate tutte nelle ultime otto partite che ha giocato, di fatto sette perché nel computo delle presenze c’è anche l’unico minuto disputato a Barcellona l’8 dicembre 2020. Dallo Juventus-Dynamo Kiev del 2 dicembre 2020 in cui segnò il suo primo gol in Champions a Chelsea-Juventus che resta la sua ultima apparizione europea, per essere precisi ha realizzato una rete ogni 101 minuti giocati.
Un dato che aiuta a capire quanto possa essere mancato alla squadra bianconera l’attaccante nato a Genova il 25 ottobre 1997. E quanto potrebbe essere importante se nel giorno del suo venticinquesimo compleanno riuscisse a regalarsi la possibilità di giocare contro il Benfica al Da Luz di Lisbona, nella sfida a cui sono appese le residue speranze juventine di raggiungere gli ottavi di Champions. E dalla quale dipenderà anche la possibilità di giocare almeno l’Europa League. Sfida in cui di certo non partirebbe titolare, ma in cui potrebbe essere prezioso anche per una manciata di minuti.

Dribbling e scatti

Che sia a Lisbona, oppure già venerdì con l’Empoli o il 29 ottobre a Lecce, il ritorno in campo di Chiesa comunque si avvicina: per uno spezzone prima e poi anche dall’inizio. Un ritorno destinato a cambiare la Juventus: tecnicamente e, soprattutto quando rientreranno anche Pogba e Di Maria, anche tatticamente. Aspetto, quest’ultimo, su cui il recupero dell’azzurro non inciderà più di tanto nell’immediato: intanto perché dopo quasi 10 mesi di inattività (si infortunò al crociato del ginocchio sinistro il 9 gennaio in Roma-Juventus) avrà bisogno di un po’ di tempo per trovare l’autonomia necessaria a giocare con continuità dal primo minuto, un po’ perché è probabile che per ora Allegri confermi 3-5-2 e 4-4-2, i moduli più utilizzati ultimamente.
Moduli in cui però il tecnico potrà inserire le caratteristiche di Chiesa, pressoché uniche nella rosa bianconera. A cominciare dalla propensione al dribbling e all’abilità nell’effettuarlo, doti delle quali la Juventus ha decisamente bisogno: ultima in Serie A per dribbling tentati, 18,9 ogni 90’ (dato Wyscout come i seguenti), quartultima per percentuale di riuscita (52%). Chiesa nelle due stagioni bianconere ha tentato rispettivamente 6,4 e 6,8 dribbling ogni 90’ (dunque più di un terzo rispetto a tutta la squadra in questa stagione), con il 61% e il 55,1% di percentuale di riuscita. Dribbling con i quali Chiesa si apre la strada per il passaggio, il cross e il tiro. Ecco, il tiro, anche e soprattutto da fuori area, è un altro contributo prezioso che Chiesa potrà portare alla squadra di Allegri, assieme ai suoi scatti ugualmente efficaci negli spazi stretti come in campo aperto. Strappi che nessuno degli attuali giocatori bianconeri è in grado di dare e che possono cambiare improvvisamente la velocità di una manovra d’attacco spesso troppo monoritmo.

Tre strade

Come e dove Allegri utilizzerà le doti di Chiesa? Inizialmente lo farà soprattutto a partita in corso, impiegando l’azzurro per spezzare l’equilibrio, per rimontare o al contrario per colpire avversari sbilanciati alla ricerca del pareggio. Posizione e compiti dipenderanno molto dalla situazione. Quando il tecnico tornerà a schierare Chiesa tra i titolari è probabile che lo faccia utilizzandolo da seconda punta, mantenendo dunque il 3-5-2 e il 4-4-2 dell’ultimo periodo, con l’azzurro al posto di Milik o di Vlahovic. Difficile vederli tutti e tre insieme dall’inizio, almeno finché Chiesa non avrà ritrovato una condizione tale da poter agire da esterno nel 4-4-2, ruolo che potrebbe interpretare sia a destra, con Kostic dalla parte opposta, sia a sinistra, con Cuadrado a destra: soluzione però subito buona a partita in corso, nel caso ci sia la necessità di segnare.
Con il ritorno di Chiesa Allegri potrebbe anche ripristinare il 4-3-3 con cui aveva inziato la stagione, con l’azzurro e uno tra Cuadrado e Kostic sulle fasce, Vlahovic o Milik in mezzo. Sia il colombiano che il serbo hanno però mostrato di non trovarsi benissimo da attaccanti, il primo perché l’età pare averne appannato lo spunto in area avversaria, il secondo per caratteristiche: più probabile che Allegri rispolveri il tridente quando anche Di Maria sarà tornato disponibile e potrà schierare il Fideo, Vlahovic e Chiesa, ovvero l’attacco della Juventus disegnata in estate con il 4-3-3. Una Juventus ideale che continua a perdere qualche pezzo (dopo Di Maria a Haifa, Bremer nel derby), ma che sta per ritrovarne uno molto, molto importante.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Juventus, Chiesa sta tornando: le due possibili formazioni di Allegri
2
Pagina 2
3
Pagina 3