Juventus: cos'è la carta Ronaldo e come influisce sull'inchiesta per falso in bilancio

Complica davvero la situazione della Juventus l'intesa con Cristiano Ronaldo per il pagamento degli stipendi a cui i giocatori avevano rinunciato nella primavera del 2020? Ecco come la considerano i pm e la Juventus stessa
Juventus: cos'è la carta Ronaldo e come influisce sull'inchiesta per falso in bilancio© Juventus FC via Getty Images

TORINO - Nella narrazione fa effetto, perché la storia del documento occultato, il nome di Ronaldo e la cifra (20 milioni o, meglio, 19,8) rappresentano una combinazione golosa per qualsiasi titolazione. Ma quanto può incidere realmente nel destino giudiziario della Juventus? Non molto di più di quanto non incideranno gli accordi con gli altri giocatori della rosa che poi rappresentano il nodo principale dell'accusa di falso in bilancio che i pm torinesi portano nei confronti del club.

La manovra stipendi Covid


Il 28 marzo del 2020, all'inizio dell'incubo Covid, con il campionato fermo e il flusso di ricavi azzerato, la Juventus raggiunge un accordo con i giocatori e l'allenatore (all'epoca Maurizio Sarri) e lo comunica in modo ufficiale: «in ragione dell’emergenza sanitaria globale attualmente in corso che sta impedendo lo svolgimento dell’attività sportiva, di aver raggiunto un’intesa con i calciatori e l’allenatore della Prima Squadra in merito ai loro compensi per la restante parte della corrente stagione sportiva. L’intesa prevede la riduzione dei compensi per un importo pari alle mensilità di marzo, aprile, maggio e giugno 2020. Nelle prossime settimane saranno perfezionati gli accordi individuali con i tesserati, come richiesto dalle normative vigenti». L'effetto di questo accordo porta un sollievo di 90 milioni sul bilancio 2019-20, perché effettivamente quegli stipendi non vengono erogati per quei quattro mesi.

L'accusa dei pm


Il problema, per i pm, è che in realtà non si trattava di una vera rinuncia dei giocatori a quei soldi. Gli accordi presi con i singoli prevedevano, infatti, che quelle mensilità sarebbero state comunque versate nel corso delle stagioni successive con varie modalità. Nel caso di Ronaldo, per esempio, anche in caso di cessione ad altra squadra (come poi è avvenuto nel agosto del 2021). Tuttavia, secondo i pm, ogni componente della rosa aveva precise garanzie, come si evince anche da un messaggio di Chiellini, intercettato dagli inquirenti, nel quale il capitano rassicura i compagni a proposito del comunicato ufficiale del club, invitando a non preoccuparsi di quanto avrebbero letto e che il pagamento di quegli stipendi era garantito nelle stagioni successive. Perché questo costituisce un reato? Dice l'accusa: perché se la Juventus si era tecnicamente impegnata a versare quegli stipendi, avrebbe dovuto comunicarlo in modo più chiaro alla Borsa e ai suoi azionisti e avrebbe dovuto inserire quei costi nel bilancio. Non avendolo fatto, ha migliorato i conti in modo irregolare e ha prodotto false comunicazioni. Due violazioni piuttosto gravi.

La difesa della Juventus


Ma la Juventus sostiene, invece, di non aver commesso nessuna irregolarità. E che tutto sta in questa frase del comunicato: «Qualora le competizioni sportive della stagione in corso riprendessero, la Società e i tesserati negozieranno in buona fede eventuali integrazioni dei compensi sulla base della ripresa e dell’effettiva conclusione delle stesse». Insomma, in un momento drammatico come quello in cui si trovava il Paese all'esplosione dell'epidemia Covid, l'eventuale pagamento degli stipendi cui avevano rinunciato, sarebbe eventualmente avvenuta quando la pandemia avesse consentito la ripresa delle partite con il pubblico sugli spalti. Un'eventualità che in quel momento storico non era prevedibile o pianificabile e questo non rendeva così vincolante quella promessa fatta ai giocatori, poi effettivamente pagati nel corso delle stagioni successive. Inoltre aver specificato la possibilità che quegli stipendi potevano anche essere rimborsati rende, per la difesa juventina, trasparente la comunicazione alla Borsa e agli azionisti. Va aggiunto che, su tutti i media, il fatto che non si trattasse di un'autentica e definitiva rinuncia era chiarissimo: la notizia era comparsa ovunque e si poteva considerare di dominio pubblico.

La carta Ronaldo


E quindi la carta Ronaldo? La carta Ronaldo rientra in quegli accordi e l'eventuale aggravante è averla occultata (peraltro molti degli accordi privati con il resto della rosa non venivano conservati in sede) e, nel caso, potrebbe avere delle conseguenze a livello di giustizia sportiva, visto che la Federazione vieta gli accordi che non siano quelli regolarmente depositati in Lega. Ma per affermarlo con certezza sarebbe necessario conoscere la natura e l'esatto contenuto del documento per capirne l'eventuale rilevanza per la giustizia sportiva. Se qualcuno, invece, si chiede perché il valora di quella carta è di venti milioni, la risposta è semplice: è esattamente l'importo lordo di quattro mensilità di Ronaldo in quelle stagioni, nelle quali percepiva 60 milioni lordi a stagione.

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