TORINO - Non si sente solo, Massimiliano Allegri. Vuoi perché nelle precedenti settimane ha incassato la fiducia, reiterata, da parte della dirigenza: presidente Agnelli, amministratore delegato Arrivabene. Vuoi perché, sotto sotto, ritiene e probabilmente lascia capire che se sei una situazione così complicata come quella in cui versa la Juventus quest’anno, non puoi addossare la colpa ad un solo ipotetico responsabile. A domanda in merito al fatto che le prossime cinque giornate possano servirgli per consolidare la posizione (si, insomma, la panchina), il tecnico spiega infatti che non è questione di consolidare il suo posto bensì di uscire tutti insieme, con la società, da un momento difficile.
Allegri e la stagione compromessa
Da qui alla sosta, comunque, una reazione in termini di prestazioni e di costanza di risultati e rendimento sarà imprescindibile. Se è vero che Agnelli non vuole operare cambi tecnici in corsa, è anche vero che non può permettersi di vedere una stagione compromessa già a ottobre, novembre.
Juve, visto Mudryk?
Alex Sandro e Miretti, ma non solo
Oltre ad Allegri, però, saranno in molti a dover dimostrare di essere all’altezza della Juve. Capiremo, nelle prossime partite, a cominciare dalla trasferta a Lecce, quanto i senatori (Bonucci, Cuadrado, Alex Sandro) possano confermare il loro status di elementi chiave. Oppure quanto, invece, le forze fresche saranno in grado di dare subito il via al nuovo corso. Già a Lecce potrebbero partire da titolari Fagioli o Miretti, ma attenzione anche a Iling. in attacco, per certo, mancherà Vlahovic, fermo per problemi muscolari: spazio a Milik e Kean.