Champions, Juventus-Psg tra dispetti e affari: da Rabiot a Donnarumma

Tra sogni di mercato, sgarbi e beffe scongiurate, sono molti gli aneddoti che hanno visto protagonisti su fronti opposti i due club negli ultimi dieci anni

Da Torino a Parigi, andata e ritorno, tra colpi proibiti, dispetti, trattative, affari, geopolitica e gossip. Sono storie che ciclicamente si ripetono, a ogni sessione di mercato o a ogni riunione dei vertici del calcio. Tra Juventus e Psg ce ne sono di aneddoti da raccontare, spesso al di fuori di ciò che succede in campo. Uno schiaffo che è rimasto nell’immaginario collettivo bianconero è quello per l’allora 18enne Kingsley Coman, preso dalla Juventus nel 2014 a parametro zero proprio dal Psg: la sua storia a Torino non è stata lunga e non ha lasciato il segno, se non un sostanzioso investimento dopo la cessione al Bayern Monaco. Però ai tempi la telenovela fece un certo scalpore e qualche mese fa lo stesso attaccante ne aveva parlato così: «L’addio al Psg? Non fu una questione economica. Pensavo di giocare di più ma il club non me lo garantiva, così avevo chiesto di andare in prestito, non lo accettarono e per questo presi quella decisione e firmai per la Juventus. E devo dire che rifarei la scelta altre cento volte. La Juve mi ha permesso di crescere, di esprimermi ai massimi livelli, di potermi confrontare con il top del calcio in Europa. Poi è arrivato il Bayern Monaco dove ho ottenuto la consacrazione definitiva: al Psg vogliono i risultati subito ma non facendo crescere i giovani non si ottengono, bisogna aspettare tre o quattro anni. Non hanno avuto pazienza».

Sliding doors Verratti

Due anni prima, nel 2012, l’allora ventenne Marco Verratti, fresco da un campionato di Serie B vinto con il Pescara di Zeman in squadra con Insigne e Immobile, sembrava a un passo dal trasferirsi alla Juventus, ma alla fine la spuntò il Psg che accontentò il club abruzzese a livello economico (12 milioni per il cartellino) e si assicurò il perno di centrocampo divenuto colonna del club. Le classiche sliding doors: chissà cosa sarebbe successo se la Juventus avesse anticipato la concorrenza per Verratti...

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Beffe, sgarbi e disgelo

Nel 2016 il Psg era riuscito a evitare un’altra beffa, dopo Coman: sembrava tutto fatto per Ikoné, ma in extremis era arrivata la proposta di rinnovo dei parigini a stoppare l’assalto juventino. L’altro sgarbo è comunque arrivato con Adrien Rabiot: niente rinnovo con il Psg e la decisione di spostarsi a Torino a parametro zero. Situazione che potrebbe ripetersi a giugno, visto che il francese è in scadenza di contratto: la Juventus vorrebbe trattare il rinnovo, la mamma-agente Veronique preferirebbe aspettare il Mondiale e poi ragionare per il prossimo futuro del figlio. Da quell’operazione e per un po’ di anni i rapporti tra Juventus e Psg sono stati tesi, ma non sono mancate le voci di mercato: come quella, più volte rimbalzata, di Mauro Icardi tentato dalle sirene bianconere. Il gelo si è sciolto più di recente, con il viaggio di Leandro Paredes da Parigi a Torino: prestito con obbligo di riscatto al raggiungimento di determinate condizioni, con il futuro dell’argentino alla Juventus ancora da definire visto l’impatto al momento non esaltante del centrocampista.

Futuro e baby scaramucce

E il prossimo? Gira e rigira, il nome che torna di moda di frequente è quello di Gigio Donnarumma: più volte associato alla Juventus quale erede naturale, dopo il Milan aveva scelto Parigi per cercare di conquistare la Champions League. Ma che prima o poi i bianconeri possano tornare all’assalto del portiere azzurro è ben più di una suggestione. Chi è transitato dal Psg è Moise Kean, ex atteso della sfida di stasera. E le scaramucce di mercato tra Juventus e Psg hanno coinvolto anche i ragazzi del settore giovanile: sia l’esterno Iling Jr, che con Allegri ha debuttato in Champions ma che ora è assente per infortunio, sia il baby fenomeno turco Yildiz erano stati corteggiati dal club francese prima di scegliere la strada per Torino.

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Da Torino a Parigi, andata e ritorno, tra colpi proibiti, dispetti, trattative, affari, geopolitica e gossip. Sono storie che ciclicamente si ripetono, a ogni sessione di mercato o a ogni riunione dei vertici del calcio. Tra Juventus e Psg ce ne sono di aneddoti da raccontare, spesso al di fuori di ciò che succede in campo. Uno schiaffo che è rimasto nell’immaginario collettivo bianconero è quello per l’allora 18enne Kingsley Coman, preso dalla Juventus nel 2014 a parametro zero proprio dal Psg: la sua storia a Torino non è stata lunga e non ha lasciato il segno, se non un sostanzioso investimento dopo la cessione al Bayern Monaco. Però ai tempi la telenovela fece un certo scalpore e qualche mese fa lo stesso attaccante ne aveva parlato così: «L’addio al Psg? Non fu una questione economica. Pensavo di giocare di più ma il club non me lo garantiva, così avevo chiesto di andare in prestito, non lo accettarono e per questo presi quella decisione e firmai per la Juventus. E devo dire che rifarei la scelta altre cento volte. La Juve mi ha permesso di crescere, di esprimermi ai massimi livelli, di potermi confrontare con il top del calcio in Europa. Poi è arrivato il Bayern Monaco dove ho ottenuto la consacrazione definitiva: al Psg vogliono i risultati subito ma non facendo crescere i giovani non si ottengono, bisogna aspettare tre o quattro anni. Non hanno avuto pazienza».

Sliding doors Verratti

Due anni prima, nel 2012, l’allora ventenne Marco Verratti, fresco da un campionato di Serie B vinto con il Pescara di Zeman in squadra con Insigne e Immobile, sembrava a un passo dal trasferirsi alla Juventus, ma alla fine la spuntò il Psg che accontentò il club abruzzese a livello economico (12 milioni per il cartellino) e si assicurò il perno di centrocampo divenuto colonna del club. Le classiche sliding doors: chissà cosa sarebbe successo se la Juventus avesse anticipato la concorrenza per Verratti...

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