Juventus, trasformismo e tradizione: le 50 formazioni diverse di Allegri in 50 gare

Dal suo ritorno a Torino mai schierati per due volte gli stessi interpreti: una prerogativa del tecnico bianconero ma anche un'esigenza dettata dalla contingenza

Cinquanta sfumature di Max. Come il numero di partite collezionate in campionato da quando è tornato alla Juventus, se si sommano le 12 giornate già disputate in questa stagione alle 38 della passata. E come il numero di differenti formazioni disegnate sulla proverbiale lavagnetta e poi schierate in campo al fischio d’inizio, mai una uguale all’altra. Un marchio di fabbrica di Allegri, certo, quello di strizzare l’occhio al trasformismo, in quanto a moduli e a interpreti. Ma una venatura, in questo caso, acuita dall’emergenza infortuni che ha condizionato l’ultimo anno e mezzo alla Continassa. Perché nella singolare statistica non c’è soltanto la gestione delle risorse e delle forze in gruppo, non ci sono soltanto gli avvicendamenti per meglio adeguarsi all’avversaria di turno. Ci sono anche i problemi fisici che hanno costretto Szczesny e Perin all’alternanza o Di Maria a disputare soltanto 5 gare dall’inizio. Ci sono le scelte che hanno portato all’addio di Zakaria, ma soltanto dopo il match da titolare all’esordio con il Sassuolo. E c’è la crescita dei giovani, con la prima volta da titolare di Soulé a Lecce e una settimana dopo, chissà, quella di Fagioli stasera con l’Inter per quella che sarebbe così la 51ª formazione differente dall’agosto 2021 a oggi.

L'Allegri dei cinque scudetti

Non che in passato il copione fosse poi molto differente. Anzi. Nel corso della sua prima esperienza in bianconero, infatti, Allegri aveva alternato 185 diversi schieramenti in 190 partite in Serie A. Perché gli infortuni dei giocatori hanno sempre perseguitato la sua carriera da tecnico. Perché durante il lustro dei cinque scudetti di fila c’è stato sovente modo di dar spazio ai più giovani in finali di stagione dal verdetto ormai in cassaforte. Perché gli impegni sui tre fronti, con il toscano puntualmente arrivato in fondo a quasi tutte le Coppe Italia, hanno indotto a una certa alternanza. E hanno appiccicato ad Allegri l’etichetta del trasformista.

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