Juventus, Chiellini incorona Bremer: "Orgoglioso di lui. È il mio erede"

L’investitura del grande ex: "Felice che indossi il mio "3", mi aveva anche chiamato per chiedere il permesso. La pausa farà bene ai bianconeri. Ho rivisto l’unità che mancava. Danilo leader"
Juventus, Chiellini incorona Bremer: "Orgoglioso di lui. È il mio erede"

Da Los Angeles a Palazzo Madama, dalla California al cuore di Torino, addobbato di palline da tennis e di nuovo capitale dello sport mondiale con le App Finals, Giorgio Chiellini fa passare tutto il suo orgoglio attraverso la videochiamata che lo collega a Casa Tennis. «È un evento che dà lustro alla città, forse non ci rendiamo conto di quale fortuna è ospitare un evento sportivo di questa portata. Vorrei essere lì a godermele, ma per fortuna ci saranno altre tre edizioni. Ho sempre tifato Federer e ammirato Nadal, quasi mi spiace per Djokovic che ha avuto la sfortuna di convivere con due leggende, ma è alla loro altezza». 
Appassionato di qualsiasi sport («Il tennis l’ho anche praticato, ma il basket è la mia passione»), Chiellini si sta godendo un po’ di vacanze dopo aver vinto il titolo americano con la maglia del Los Angeles Fc, rimanendo sempre in stretto contatto con quelli che sono i suoi affetti a Torino. A partire dalla Juventus: «Ho rivisto l’unità che mancava e sono emersi i valori tecnici. Ne ero sicuro, perché quei valori ci sono. Magari non saranno eccelsi, ma la squadra era certamente più forte di quanto ha fatto a inizio stagione. Sono contento delle vittorie e del recupero in classifica. Adesso la pausa farà bene alla Juventus, perché nell’ultimo mese ha spinto parecchio e c’è l’opportunità di recuperare un po’ di energie per chi non va al Mondiale. Poi vediamo che cosa succede dopo: ne stiamo parlando tutti, ma nessuno sa esattamente come si riprenderà a gennaio, cioè che effetti avrà questa pausa a metà stagione».  
Una cosa, però, Chiellini la sa e può essere preoccupante per le squadre con molti giocatori in Qatar: «Un Mondiale ti prosciuga. Non ti lascia energie mentali e fisiche. Ogni volta che ho finito una di quelle manifestazioni, che fosse andata bene o male, alla fine ero a pezzi, perché sono tornei pesanti. Vestire la maglia della Nazionale è un orgoglio immenso, per un mese rappresenti tutto un Paese e questo è anche una responsabilità notevole. Ho visto che gli inglesi riprendono dopo appena una settimana dalla fine del Mondiale con ritmi un po’ da pazzi, almeno in Italia c’è un po’ di break per chi gioca in Qatar». Dove, per la cronaca, il Chiello non tifa per nessuno: «Seguo tutti gli amici e gli ex compagni, ma sono un po’ sparpagliati. Credo che nessuna europea sia all’altezza di Brasile e Argentina, le due grandi favorite. Poi il Mondiale può stupire e il mio pronostico verrà sovvertito, ma Brasile e Argentina sono piene di campioni e sono anche più squadre».

La chiamata

E nel Brasile c’è una buona concentrazione di amici ed ex juventini: «Alex Sandro, Danilo e ci metto anche Bremer che nella Juventus ha preso la mia maglia numero tre. Sono orgoglioso che la vesta lui, da avversario avevo constatato la sua forza, ma mi dicono che è anche un ragazzo coscienzioso e applicato. Figuratevi che mi ha chiamato per chiedermi se poteva prendere la tre. Gli ho risposto che mi faceva molto piacere!». E Se Bremer ha preso il suo numero di maglia, Danilo sembra aver preso la sua leadership: «Ma io ve lo dicevo da un po’ che Danilo era un leader. Da giocatore mi ha stupito in questi anni: ero convinto fosse un giocatore di fascia e di gamba, ma si è rivelato eccellente in ogni ruolo: tranne il portiere, li ha coperti tutti! E poi ha una personalità e un’intelligenza che gli consentono di trascinare gli altri».  
Il collegamento sta per finire, c’è tempo per parlare degli Insuperabili, la squadra di ragazzi con disabilità che giocano (e bene) a calcio fondata anche da Chiellini. A Palazzo Madama c’è il presidente Davide Leonardi, Chiellini gli sorride dall’altra parte dell’Oceano: «Quei ragazzi mi hanno dato tantissimo in termini di equilibrio mentale e consapevolezza di ciò che conta veramente nella vita».

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