"E' un tema di grande attualità, sono contento di tornare qui allo Juventus Stadium dopo quattro anni di riflessioni. Avevamo presentato quattro anni fa una esigenza, una serie di riflessioni che poi sono state oggetto di verifiche all'interno di un percorso che un'unica società in Italia ha seguito. Grazie alla visione di Agnelli". Lo ha detto il presidente della Figc Gabriele Gravina nel corso della tavola rotonda sulle seconde squadre in Italia organizzata allo Juventus Stadium. Gravina auspica che "questo possa essere uno degli elementi che possa dare al calcio italiano una risposta concreta a quelle che sono oggi le contraddizioni del sistema". Il dibattito, della tavola rotonda dal titolo "Le seconde squadre in Italia e in Europa, modello per il futuro?", moderato dal direttore di Tuttosport, Guido Vaciago, insieme a Luca Marchetti di Sky Sport, è stato caratterizzato dalle partecipazioni del presidente della Figc, Gravina, Ghirelli, il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini, il presidente di Aic Umberto Calcagno, e il padrone di casa, il presidente della Juventus Andrea Agnelli.
Le dichiarazioni di Agnelli
Importante l'intervento di Andrea Agnelli, presidente della Juventus. Il numero uno del club bianconero ha dichiarato: “È importante essere qui. Non stiamo innovando ma copiando quello che gli altri fanno bene, in Spagna le seconde squadre ci sono da 60 anni. Si danno giocatori alle nazionali, diventano asset importanti per i club. Parliamo di Miretti e Fagioli, ma secondo me ha più senso parlare dei 7-8 giocatori stabilmente con la Nazionale Under 20. Il progetto seconde squadre lo volevamo dal 2010. È servito un momento di discontinuità per darne vita, grande merito va dato a Costacurta: lui ha spinto per crearle. Il primo anno fu stranissimo, i giocatori non capivano cosa fosse e vivevano in un clima di ostilità. Questo è un pezzetto del percorso di crescita per diventare calciatori. Penso a tutti gli allenatori che abbiamo avuto, i direttori. Il percorso è difficile per loro, quelli che si sentono pronti fanno fatica a tornare indietro. Miretti l’anno scorso ha giocato ovunque. A un certo punto gli chiesi: sai cosa stai facendo? Per lui è uguale perché è alla Juve da quando ha 7 anni, mi disse metto la maglia della Juve e gioco. Il problema è con chi arriva dopo”.
Agnelli: "La Juve non è una Onlus"
Agnelli ha poi aggiunto: "Una società come la Juve non è una Onlus, non lo fa per le nazionali, alle nazionali deve arrivare un beneficio indiretto. La seconda squadra permette a noi di ridurre i costi della prima squadra, perché il costo medio della prima si riduce drasticamente . Il vero vantaggio economico ce l'ho sui costi della prima squadra, il risparmio vero sta lì".
Gli interventi di Morata e Khedira
All'evento è intervenuto anche Morata che, in un video, ha spiegato: "Per me è stato molto importante. Ti preparano per la prima, le partite le giochi, le hai vissute e non ti fa impressione giocare con squadre contro cui hai già giocato. Sei a un passo dalla prima squadra, in Spagna questa è mentalità è capita da tutti i giovani. Se non ti chiama la prima squadra hai altre possibilità. Quando io ero in seconda squadra, alla fine tutti noi siamo arrivati ad alti livelli. Per me è fondamentale, a volte può essere più utile andare in prisma quadra in un club più piccolo ma io credo che sia più utile stare in una seconda in un club competitivo. Questo è stato un grande passo della mia carriera". Poi, l'intervento di Khedira: "Allo Stoccarda è stato molto importante, giocavamo in terza divisione, è un periodo di passaggio importante. C'è un mix di giocatori giovani e di esperienza e c'è maggiore possibilità di passare alla prima squadra".