TORINO - La locuzione risulterà familiare soltanto a chi mastichi almeno sommariamente il “legalese”, ma è quella che meglio inquadra il diluvio di intercettazioni – o, meglio, di stralci, spezzoni, coriandoli di intercettazioni – che si sta abbattendo sulla Continassa nelle ultime ore. Ed è “ad colorandum”. Letteralmente: si dice di argomentazione che non muta i termini di una controversia, ma che può risultare d’effetto. Per aizzare, ingigantire, infuocare. Ecco: le intercettazioni uscite in questi giorni rientrano nel recinto degli elementi che possono tutt’al più essere utilizzati – dal vecchietto al tavolino del bar, dai media, dalla Procura – “ad colorandum”. E questo risponde a uno dei principali quesiti del momento: che peso può avere la sbobinatura delle telefonate registrate che stanno sbucando a destra e a manca? Molta, se si tratta di indirizzare l’opinione pubblica. Ma, al contrario, nessuna se si parla di risvolti penali. Ecco perché.