Juventus, si riparte: la missione e il dilemma di Allegri

I bianconeri domani tornano ad allenarsi: il tecnico deve prima di tutto aiutare i giocatori a non farsi condizionare dalle vicende esterne. Poi dovrà scegliere: avanti col 3-5-2 o spazio a più attaccanti?
Juventus, si riparte: la missione e il dilemma di Allegri© Marco Canoniero

TORINO - Al di là di tutto, delle indagini penali e sportive e del rinnovamento societario, il 4 gennaio a Cremona la Juventus dovrà vincere. E’ con questo imperativo che Massimiliano Allegri riaccoglierà oggi i giocatori bianconeri alla Continassa, cominciando da subito a lavorare affinché diventi il loro unico pensiero. Dovrà vincere a Cremona, la squadra bianconera, e dovrà cercare di continuare anche dopo, allungando la striscia di sei successi consecutivi che l’ha portata dall’ottavo al terzo posto: perché non è detto che alla fine i punti in classifica restino quelli ottenuti sul campo e dunque sarà ancora più importante conquistarne il più possibile. Per provare a riprendere il Napoli, ma anche per cercare di fornire al quarto posto una blindatura a prova di evenuale penalizzazione. Per riuscirci, il tecnico dovrà far sì che i giocatori riescano a isolarsi dal clamore dell’inchiesta Prisma e di quella sportiva, magari riuscendo addirittura a trasformare il clima, spesso da «caccia alle streghe», per usare le recenti parole di Adriano Galliani, in una motivazione in più.

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I primi al lavoro

 Il lavoro psicologico sarà il più importante a cui il tecnico bianconero dovrà dedicarsi nelle prossime settimane, forse nei prossimi mesi, ma ovviamente non l’unico. Sotto il profilo tattico, per esempio, lo aspetta un bel dilemma. Non immediato, perché domani alla Continassa ci sarà un gruppo ristretto, ancora privo di tutti coloro che hanno giocato o stanno giocando il Mondiale: presenti Perin e Pinsoglio, Bonucci (al lavoro già da domenica), De Sciglio (come il capitano), Rugani, Gatti, Cuadrado, Fagioli, Locatelli (che si allena al centro sportivo bianconero già dal 24 novembre), Miretti, Chiesa e Kean. Più Pogba, che però continuerà a lavorare a parte. Gruppo perfetto (e che sarà comunque integrato da elementi della Next Gen) per portare avanti il 3-5-2 con cui la Juventus si è risollevata da metà ottobre. 

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Il dilemma

Ma quando la rosa sarà al completo, cioè dopo Natale? La Juventus era nata pensando a un 4-3-3 con Vlahovic tra Di Maria e Chiesa. Il 3-5-2 esclude uno tra l’azzurro e l’argentino, o addirittura entrambi per non sacrificare Milik. Per non parlare del Kean protagonista delle ultime partite. Un dilemma comunque piacevole, rispetto alle situazioni d’emergenza vissute nei mesi scorsi, ma che Allegri dovrà in ogni caso risolvere. Almeno inizialmente, lo farà confermando l’assetto vincente dell’ultimo periodo: tra fatiche mondiali e problemi fisici (la pubalgia di Vlahovic su tutti), ad eccezione di Kean gli attaccanti andranno tutti gestiti e il 3-5-2 lo consentirà. Poi, con il reparto offensivo al completo, potrebbe anche valutare un ritorno all’idea originaria. Anche se sembra azzardato toccare la difesa a tre, vista la solidità trovata nelle ultime sei giornate di campionato: in questo caso un 3-4-2-1 o un 3-4-1-2 potrebbero essere la soluzione per sfruttare al meglio il potenziale offensivo. Ma avrà tempo per pensarci, Allegri. Intanto avanti con il 3-5-2 e il lavoro da psicologo.

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TORINO - Al di là di tutto, delle indagini penali e sportive e del rinnovamento societario, il 4 gennaio a Cremona la Juventus dovrà vincere. E’ con questo imperativo che Massimiliano Allegri riaccoglierà oggi i giocatori bianconeri alla Continassa, cominciando da subito a lavorare affinché diventi il loro unico pensiero. Dovrà vincere a Cremona, la squadra bianconera, e dovrà cercare di continuare anche dopo, allungando la striscia di sei successi consecutivi che l’ha portata dall’ottavo al terzo posto: perché non è detto che alla fine i punti in classifica restino quelli ottenuti sul campo e dunque sarà ancora più importante conquistarne il più possibile. Per provare a riprendere il Napoli, ma anche per cercare di fornire al quarto posto una blindatura a prova di evenuale penalizzazione. Per riuscirci, il tecnico dovrà far sì che i giocatori riescano a isolarsi dal clamore dell’inchiesta Prisma e di quella sportiva, magari riuscendo addirittura a trasformare il clima, spesso da «caccia alle streghe», per usare le recenti parole di Adriano Galliani, in una motivazione in più.

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