TORINO - L'impetuoso sentimento popolare affresca venti di bufera in procinto di far quantomeno scricchiolare, con precisione chirurgica, le sole fondamenta della Continassa. Ma gli incartamenti da cui è germogliata l’inchiesta sui conti della Juventus, presto o tardi, potrebbero trasformare la tempesta su Torino in un vero e proprio vortice d’aria. Che calamita, attrae e infine risucchia. E dentro al vortice, più che una squadra, rischierebbe a quel punto di finire un intero sistema. Per questo motivo, con buona probabilità, nessuno azzarda a sbilanciarsi e a puntare il dito contro i bianconeri: né gli addetti ai lavori né, tanto meno, i rappresentati delle istituzioni. Che, al contrario, sono i primi ad allargare i confini dell’indagine con una certa dose di “mettiavantismo”. Vuoi con vaghe allusioni, vuoi con precise parole. Come quelle pronunciate non più tardi di ieri, ancora una volta, dal Ministro dello Sport: «La Juventus probabilmente non rimarrà sola», ha fatto echeggiare Abodi.