Allegri agli straordinari: il doppio lavoro per la Juventus

Tecnico e mental coach: lo stress dell’inchiesta non deve gravare sui giocatori

TORINO - Non è questo il momento dei discorsi alla Continassa. Non ancora, quantomeno: arriveranno, perché la squadra merita la doverosa chiarezza e la giusta spinta emotiva. Anche se quelle che si vedono al training center bianconero non sono certo le facce di chi è depresso, di chi si arrende o di chi rinuncia, anzi. La Juventus si compatta attorno al suo leader tecnico, Massimiliano Allegri, e si aggrappa alla sua guida, trovando quella forza della serenità che è un marchio di fabbrica del tecnico livornese. Che avrà pure i suoi difetti e sarà criticabile come tutti, ma al quale va reso il merito di saper maneggiare il timone quando la nave affronta la tempesta come pochi nel suo settore. Il tempo dei discorsi arriverà, quando aumenterà il numero dei giocatori alla Continassa: erano circa la metà gli elementi della rosa ad allenarsi nel giorno della ripresa. Una giornata, quella di ieri, in cui il club ha ricordato il compleanno dell’ormai ex presidente Andrea Agnelli con una lettera in cui emergevano riconoscenza e senso di appartenenza: per una curiosa coincidenza del destino, oggi compie gli anni colui che gli succederà alla carica di presidente, Gianluca Ferrero. Nel momento in cui torneranno alla base i reduci dal Mondiale o almeno una parte (perché tra Francia, Argentina e Brasile è probabile che qualcuno arrivi fino in fondo in Qatar), allora Allegri parlerà alla squadra.

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Novità Scanavino

Ed è altamente probabile che lo faccia, questa sì una novità, il nuovo direttore generale Maurizio Scanavino, per dare un segnale forte di continuità e vicinanza: nei prossimi giorni, quando si ripopolerà il centro di allenamento juventino che ieri ha riaperto i battenti, ma che in realtà non è mai stato chiuso del tutto pure durante le strane vacanze d’autunno. La sensazione che si respira non è di inquietudine o incertezza, bensì di concentrazione e generale serenità: c’è ovviamente chi, all’interno della squadra, è dispiaciuto dal punto di vista umano per le uscite di scene di alcune figure professionali di riferimento, ma nel complesso si percepisce lo stato d’animo di chi pensa che il club sia più grande e più forte di tutto. L’abilità di Allegri, in questa fase, dovrà ramificarsi su più fronti: da una parte continuare l’opera da “mental coach” già intrapresa da qualche mese, quando la squadra annaspava in crisi di risultati e di gioco; da un’altra portare avanti il discorso tecnico, con in più il rinforzo rappresentato dai recuperi eccellenti, come quelli di Chiesa e Pogba; incidere sulla tenuta atletica con un lavoro intenso, volto anche all’evitare altri infortuni. E poi c’è la specialità della casa: navigare nella burrasca e saper condurre la nave in porto anche se le acque non dovessero calmarsi.

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TORINO - Non è questo il momento dei discorsi alla Continassa. Non ancora, quantomeno: arriveranno, perché la squadra merita la doverosa chiarezza e la giusta spinta emotiva. Anche se quelle che si vedono al training center bianconero non sono certo le facce di chi è depresso, di chi si arrende o di chi rinuncia, anzi. La Juventus si compatta attorno al suo leader tecnico, Massimiliano Allegri, e si aggrappa alla sua guida, trovando quella forza della serenità che è un marchio di fabbrica del tecnico livornese. Che avrà pure i suoi difetti e sarà criticabile come tutti, ma al quale va reso il merito di saper maneggiare il timone quando la nave affronta la tempesta come pochi nel suo settore. Il tempo dei discorsi arriverà, quando aumenterà il numero dei giocatori alla Continassa: erano circa la metà gli elementi della rosa ad allenarsi nel giorno della ripresa. Una giornata, quella di ieri, in cui il club ha ricordato il compleanno dell’ormai ex presidente Andrea Agnelli con una lettera in cui emergevano riconoscenza e senso di appartenenza: per una curiosa coincidenza del destino, oggi compie gli anni colui che gli succederà alla carica di presidente, Gianluca Ferrero. Nel momento in cui torneranno alla base i reduci dal Mondiale o almeno una parte (perché tra Francia, Argentina e Brasile è probabile che qualcuno arrivi fino in fondo in Qatar), allora Allegri parlerà alla squadra.

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