Juve, il sette non è bello ma pesante

La squadra di Allegri ha sofferto contro una Cremonese aggressiva e compatta, ma con carattere e sprazzi di qualità ha centrato la settima vittoria di fila
Juve, il sette non è bello ma pesante© www.imagephotoagency.it

TORINO - Sofferenza, un po’ di fortuna, ma anche tanto carattere e la qualità tirata fuori al momento giusto: così la Juve ha trasportato nel 2023 la striscia di vittorie consecutive, ora sette, cominciata con il derby del 15 ottobre e che l’aveva portata dall’ottavo al terzo posto prima della pausa mondiale. Un terzo posto diventato ancora più solido, visto che una delle due inseguitrici più vicine, la Lazio, è caduta a Lecce e la squadra di Allegri l’ha così lasciata a 4 punti (dove l’ha raggiunta la Roma): ora i bianconeri attendono la risposta dell’Inter nella grande sfida contro il Napoli che sta per iniziare. E in qualsiasi risultato troveranno un motivo per essere felici.

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Ruggine

Ed è soprattutto (anche se non solo) nel risultato, tornando alla partita di Cremona, che la Juventus può trovare motivo per essere felice. Perché nella prestazione un po’ di ruggine dei cinquanta giorni abbondanti di stop si è vista eccome: resa, va detto, ancor più evidente da una grande prestazione difensiva della Cremonese, che ha denunciato i limiti di qualità nella fase offensiva già noti (per giunta acuiti dalla sfortuna, con due pali colpiti anche se uno dei due è stato centrato da un cross), ma ha pressato e raddoppiato dal primo all’ultimo minuto. Per sfuggire a tanta aggressività sarebbero servite grande precisione e grande velocità nella circolazione di palla, mancate entrambe: soprattutto Kostic e Fagioli (ma non solo loro) hanno mostrato sbavature insolite per le loro abitudini. Non sono comunque mancati momenti in cui la Juve ha trovato ritmo e qualità, come nella fase centrale del primo tempo, quando Carnesecchi è stato ottimo su due sinistri a giro di Soulé (qualche affanno in fase difensiva ma ottimi spunti in avanti per il talento argentino impiegato a tutta fascia sulla destra) e ha visto sfilare a fil di palo un destro di Miretti o un sinistro di Kostic. E pericolosa la squadra di Allegri lo è stata anche nella fase iniziale della ripresa, ancora con Miretti, Gatti e poi Chiesa, che è entrato a mezzora dal termine e ha subito mostrato quanto potrà dare. Così come Rabiot, entrato anche lui nella ripresa e autore (dopo aver servito uno splendido pallone a Kostic e aver costretto a una bella parata Carnesecchi) della percussione fermata con il fallo che ha originato la punizione vincente di Milik. Sulla quale il portiere grigiorosso non è stato impeccabile come in precedenza. 

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Porta chiusa, però...

Proprio sul sinistro potente di Chiesa spentosi sull’esterno della rete, il gol bianconero sembrava maturo, invece la squadra di Allegri ha calato i giri e l’imperforabilità difensiva è stata a serio rischio. Cosa che era successa anche nel primo tempo, soprattutto all’inizio, quando il terzetto difensivo bianconero ha trovato difficoltà nella copertura della profondità, che la Cremonese cercava appena recuperata palla. I grigiorossi fra l’altro due gol li avevano anche segnati, ma il primo di Valeri è stato giustamente annullato per fuorigioco, il secondo, di Dessers, era arrivato a gioco fermo, altrettanto giustamente, per un fallo dello stesso attaccante su Danilo. Non c’era nessun fuorigioco né nessun fallo, però, quando nella ripresa la difesa bianconera si è lasciata infilare prima da Dessers e poi da Afena-Gyan, con il sinistro del primo e il cross del secondo respinti dai pali. La porta è rimasta inviolata, la difesa rimane nettamente la migliore del campionato, ma è un record su cui non si deve assolutamente adagiarsi. Anche perché il calendario non lo consente: sabato allo Stadium c’è l’Udinese e la Juve non può permettersi di rallentare.

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TORINO - Sofferenza, un po’ di fortuna, ma anche tanto carattere e la qualità tirata fuori al momento giusto: così la Juve ha trasportato nel 2023 la striscia di vittorie consecutive, ora sette, cominciata con il derby del 15 ottobre e che l’aveva portata dall’ottavo al terzo posto prima della pausa mondiale. Un terzo posto diventato ancora più solido, visto che una delle due inseguitrici più vicine, la Lazio, è caduta a Lecce e la squadra di Allegri l’ha così lasciata a 4 punti (dove l’ha raggiunta la Roma): ora i bianconeri attendono la risposta dell’Inter nella grande sfida contro il Napoli che sta per iniziare. E in qualsiasi risultato troveranno un motivo per essere felici.

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