Napoli-Juventus, le certezze e i dubbi di Allegri alla vigilia

Le ultime di formazione sul big match del Maradona: Bremer ci sarà

TORINO - Sono ormai lontani i fasti delle garze e dei turbanti a fasciare il capo insanguinato di Chiellini, di cui per altro ha ereditato il numero sulla schiena. Ma ieri, alla Continassa, Bremer si è presentato con un vistoso “tape” alla gamba sinistra, cerotto che ne conteneva – in particolare – il ginocchio. Una sorta di medaglia al suo spirito guerriero e alla sua smania di lavorare anche sopra acciacchi e fastidi. Ma nulla di preoccupante, anzi. Il brasiliano proprio nell’ultimo allenamento allo Juventus Training Center è tornato a sudare a pieno regime con i compagni, dopo alcuni giorni di sedute individuali. Una precauzione, più che una conseguenza, del leggero affaticamento patito alla vigilia della partita con l’Udinese e che, appunto, sabato sera aveva escluso il centrale dalla lista dei convocati di Allegri. Uno scrupolo osservato anche in contumacia della diffida che pendeva sulla testa dell’ex Torino e che, di fatto, ne metteva a rischio la presenza nella partita più importante di questa fase della stagione, ovvero la trasferta di domani sera al Maradona. Quando i muscoli e la velocità di Bremer, di fronte alla capolista Napoli, saranno fondamentali per contenere la potenza di Osimhen, già arginato con successo dal bianconero nei precedenti confronti sul palcoscenico della Serie A.

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La colonia del Brasile

Se Allegri non ha mai perso né la calma né lo spirito fatalista al cospetto della lunga sequenza di infortuni che ha frenato la Juventus da agosto a oggi, in questo caso – vedendo ieri il suo gigante buono nelle condizioni ottimali per scendere in campo nella trasferta campana – ha tirato un bel sospiro di sollievo. Il suo recupero rappresenta una preziosa stilla d’entusiasmo verso il big match, proprio come le otto vittorie di fila, la porta imbattuta da oltre 800’ e il progressivo rientro – finalmente – di Pogba e Vlahovic. No, loro a Napoli non ci saranno. A differenza della colonia brasiliana che, con ogni probabilità, sarà chiamata a difendere lo specchio della porta presidiato da Szczesny. Ci sarà naturalmente Danilo, qualcosa più che un vice-capitano in attesa del ritorno di Bonucci, e ci dovrebbe essere anche Alex Sandro, che su un palcoscenico così esigente pare assicurare più garanzie rispetto a Gatti o Rugani. Questa dovrebbe essere la difesa anti-Napoli e questo dovrebbe invece essere il fronte offensivo: una sorta di uno più uno con Di Maria a svariare alle spalle di Milik. Il grande ex della gara vuole lasciare il segno al Maradona dopo gli screzi che avevano accompagnato il suo burrascoso addio ai partenopei, magari imbeccato proprio dal neo campione del mondo. L’argentino nell’ultima recita con l’Udinese ha palesato di non essere ancora al massimo della condizione, ma al contempo ha dimostrato come per lui non sia necessario toccare il 100% per essere un fattore in Serie A.

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I dubbi di Allegri

I dubbi di Allegri alla vigilia, semmai, si annidano nell’ormai tradizionale linea a cinque di centrocampo. Perché scalpita per una maglia finalmente da titolare Chiesa, perché bussa alla porta dell’undici di partenza anche il ringalluzzito Paredes. L’argentino contenderà il posto fino all’ultimo a Miretti, con Fagioli scivolato un passo indietro nelle gerarchie di gennaio e il tandem Rabiot-Locatelli designato per entrare in campo fin dal primo minuto. L’ala azzurra, invece, potrebbe ancora una volta essere preservata come chiave di volta del match a ripresa in corso, a maggior ragione con Di Maria titolare. Il tecnico bianconero ha risolto spesso i rebus più intricati con i cambi (vedi l’impatto di Rabiot a Cremona o l’asse Paredes-Chiesa con l’Udinese) e vuole una panchina “di peso” alle sue spalle: Chiesa e Kean, in questo senso, garantiscono gli strappi l’uno e la possibilità di passare dal 3-5-1-1 al 3-5-2 l’altro che in corso d’opera potrebbero dar fastidio al Napoli. Fattori cui unire l’intraprendenza e il pizzico d’incoscienza che accompagna da mesi la crescita dei giovani del vivaio: Soulé e Iling-Junior, anche a Napoli, sono pronti a entrare e sorprendere.

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TORINO - Sono ormai lontani i fasti delle garze e dei turbanti a fasciare il capo insanguinato di Chiellini, di cui per altro ha ereditato il numero sulla schiena. Ma ieri, alla Continassa, Bremer si è presentato con un vistoso “tape” alla gamba sinistra, cerotto che ne conteneva – in particolare – il ginocchio. Una sorta di medaglia al suo spirito guerriero e alla sua smania di lavorare anche sopra acciacchi e fastidi. Ma nulla di preoccupante, anzi. Il brasiliano proprio nell’ultimo allenamento allo Juventus Training Center è tornato a sudare a pieno regime con i compagni, dopo alcuni giorni di sedute individuali. Una precauzione, più che una conseguenza, del leggero affaticamento patito alla vigilia della partita con l’Udinese e che, appunto, sabato sera aveva escluso il centrale dalla lista dei convocati di Allegri. Uno scrupolo osservato anche in contumacia della diffida che pendeva sulla testa dell’ex Torino e che, di fatto, ne metteva a rischio la presenza nella partita più importante di questa fase della stagione, ovvero la trasferta di domani sera al Maradona. Quando i muscoli e la velocità di Bremer, di fronte alla capolista Napoli, saranno fondamentali per contenere la potenza di Osimhen, già arginato con successo dal bianconero nei precedenti confronti sul palcoscenico della Serie A.

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