Juventus fuori dalle coppe europee? Ora c'è il pericolo Uefa

I prossimi impegni su tutti i fronti: dall'udienza preliminare a Torino ai rischi di Nyon. Non solo il filone sportivo sulla "manovra stipendi"

La Juventus, da pochi giorni rinnovata in un Cda all’insegna del “governo tecnico”, si è presentata all’appuntamento con l’abito più adatto all’occasione. Ma quello di ieri a Roma, presso la Corte di Appello della Figc, non è stato che il primo di una lunga serie di impegni sul fronte della giustizia. Nulla di imprevisto per gli esponenti del nuovo corso griffato Ferrero e Scanavino, un nuovo corso perfettamente preparato ad affrontare le molteplici battaglie legali in corso e in procinto di germogliare: quelle legate alla giustizia sportiva, quelle inerenti la giustizia ordinaria e quelle invece associate all’ambito Uefa.

Giustizia sportiva

Ecco, la giustizia sportiva. La più celere ad azionare i propri motori e, dunque, la prima ad esprimersi. L’ha fatto nella serata di ieri, per la prima e non per l’ultima volta. Perché, lo scorso 22 dicembre, la Procura Figc aveva appunto chiesto la revocazione del già celebrato processo sulle plusvalenze. E perché pochi giorni prima, il 29 novembre, aveva invece aperto un’inchiesta sull’altro filone dell’indagine, quello inerente la cosiddetta “manovra stipendi”. Un versante su cui la giustizia sportiva deve ancora esprimersi, con la possibilità – a giudicare da come soffia il vento – di altri punti di penalizzazione a carico della squadra. Già in questa stagione, già a gravare sulla rivoluzionata classifica odierna. Al saldo, naturalmente, dell’esito dello scontato ricorso al Collegio di Garanzia del Coni per l’iter sulle plusvalenze celebrato ieri.

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Giustizia ordinaria

E, poi, c’è la giustizia ordinaria. Con la sua data, in questo caso, già certa: quella di lunedì 27 marzo, quando a Torino si terrà l’udienza preliminare e, nell’occasione, il gup Marco Picco stabilirà se la Juventus e i 12 indagati (a partire da Andrea Agnelli, passando per Nedved, Paratici, Re, Bertola, Cerrato, Gabasio, Arrivabene, Roncaglio, Vellano, Boschetti e Grossi) andranno a processo, tramite decreto di rinvio a giudizio, o meno, attraverso sentenza di non luogo a procedere. La richiesta era stata depositata dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio e dai pm Mario Bendoni e Ciro Santoriello il 30 novembre, a poco più d’un mese dalla chiusura dell’indagine, con le ipotesi di reato di false comunicazioni sociali, ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza, manipolazione del mercato e dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti. Prima ancora, però, il giudice dovrà esprimersi sulla competenza territoriale: per la difesa, infatti, l’eventuale processo dovrebbe essere celebrato a Milano, dove ha sede la Borsa, o al limite a Roma, dove hanno sede i server di Piazza Affari.

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Capitolo Uefa

Ma non è tutto. Sì, perché deve ancora compiere il proprio corso anche l’Uefa, tra le cui stanze i colori bianconeri di questi tempi non sono visti particolarmente di buon occhio. Lo scorso 1° dicembre, infatti, il Club Financial Control Body ha annunciato l’apertura di un’indagine nei confronti della Juventus «per potenziali violazioni delle norme sulle licenze per club e sul fair play finanziario, concentrandosi sulle presunte violazioni finanziarie rese pubbliche a seguito del procedimento condotto dalla Consob e dalla Procura di Torino». E a Nyon non è escluso che, in qualche modo, venga recepita anche la clamorosa sentenza della Corte di Appello della Figc di ieri sera.

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La Juventus, da pochi giorni rinnovata in un Cda all’insegna del “governo tecnico”, si è presentata all’appuntamento con l’abito più adatto all’occasione. Ma quello di ieri a Roma, presso la Corte di Appello della Figc, non è stato che il primo di una lunga serie di impegni sul fronte della giustizia. Nulla di imprevisto per gli esponenti del nuovo corso griffato Ferrero e Scanavino, un nuovo corso perfettamente preparato ad affrontare le molteplici battaglie legali in corso e in procinto di germogliare: quelle legate alla giustizia sportiva, quelle inerenti la giustizia ordinaria e quelle invece associate all’ambito Uefa.

Giustizia sportiva

Ecco, la giustizia sportiva. La più celere ad azionare i propri motori e, dunque, la prima ad esprimersi. L’ha fatto nella serata di ieri, per la prima e non per l’ultima volta. Perché, lo scorso 22 dicembre, la Procura Figc aveva appunto chiesto la revocazione del già celebrato processo sulle plusvalenze. E perché pochi giorni prima, il 29 novembre, aveva invece aperto un’inchiesta sull’altro filone dell’indagine, quello inerente la cosiddetta “manovra stipendi”. Un versante su cui la giustizia sportiva deve ancora esprimersi, con la possibilità – a giudicare da come soffia il vento – di altri punti di penalizzazione a carico della squadra. Già in questa stagione, già a gravare sulla rivoluzionata classifica odierna. Al saldo, naturalmente, dell’esito dello scontato ricorso al Collegio di Garanzia del Coni per l’iter sulle plusvalenze celebrato ieri.

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