Les Echos è il più importante giornale economico-finanziario francese. Non è un caso che, a sole quarantotto ore dall'intervista rilasciata ai due quotidiani di famiglia, La Stampa e Repubblica, nel ventennale della scomparsa di Gianni Agnelli, John Elkann abbia concesso il bis nell'Esagono, confermando il cambio di strategia comunicativa anche in ambito bianconero. Un segnale forte di reazione allo choc dei 15 punti di penalizzazione inflitti dalla Corte d'Appello Federale, in attesa del Collegio di Garanzia e dell'udienza davanti al Gup di Torino, fissata per il 27 marzo, nell'ambito dell'inchiesta Prisma condotta dalla magistratura del capoluogo piemontese.
Stellantis e Andrea
L'erede dell'Avvocato ha colto l'occasione per lanciare un messaggio forte e chiaro non soltanto al mercato automobilistico, sviluppando il tema Stellantis, ma anche al mondo Juve, pronunciando parole significative in favore del cugino Andrea, dimessosi dalla presidenza della Juve il 28 novembre scorso, dopo dodici anni e sei mesi: "Andrea rimane azionista della nostra holding Giovanni Agnelli Bv, dove siede nel consiglio di amministrazione. Ha svolto un lavoro molto importante come presidente della Juventus per dieci anni. Ha deciso con il CdA della società di fare un passo indietro per difendersi meglio da una serie di accuse che, ad oggi, non sono state affatto provate. Vuole concludere questo capitolo della sua carriera ed esamina le sue opzioni”. Tradotta in soldoni, la sortita di Elkann è riassumibile in sei parole: giù le mani dalla Juve, nel centenario della proprietà agnelliana della società che cadrà il 24 luglio prossimo. "Il legame della nostra famiglia con la Juventus è un legame forte che ha resistito a varie crisi durante la sua esistenza. Non abbiamo nessuna intenzione di rinunciare a una delle passioni forti del nonno. Ho sempre ammirato il suo coraggio di trovare una soluzione: quando, a 14 anni, ha perso suo padre; coraggio quando è partito volontario in guerra; coraggio d'investire nella Fiat con la sua famiglia nel periodo della ricostruzione con Vittorio Valletta; coraggio quando ha scelto di restare durante gli anni di piombo del terrorismo o quando ha affrontato il periodo difficile di Tangentopoli negli Anni Novanta. Prima con FCA, poi con Stellantis, abbiamo portato avanti il progetto di mio nonno. Il suo obiettivo era avere le dimensioni per poter competere a livello globale. Sarebbe molto orgoglioso vedere la realtà di Stellantis oggi e vedere come, con la famiglia Peugeot al nostro fianco come azionisti di riferimento, e Carlos Tavares come direttore generale, ci siamo impegnati a costruire una ‘mobile tech company’, leader mondiale nella mobilità sostenibile. Tutte le aziende legate al proprio territorio (Peugeot, Citroën, Fiat, Jeep, Ram, ecc.) sono molto più forti facendo parte della stessa famiglia Stellantis. L’Olanda è un paese che ha sempre favorito le multinazionali. I marchi che controlliamo sono vivaci perché appartengono a Stellantis e ne rispettano l’identità”. Il passaggio su Andrea è alquanto indicativo dei rapporti fra i due cugini: "Andrea rimane azionista della nostra holding Giovanni Agnelli Bv, dove siede nel consiglio di amministrazione. Ha svolto un lavoro molto importante come presidente della Juventus per dieci anni. Ha deciso con il CdA della società di fare un passo indietro per difendersi meglio da una serie di accuse che, ad oggi, non sono state affatto provate. Vuole concludere questo capitolo della sua carriera ed esamina le sue opzioni”.