La Juventus e il fattore Stadium
Per domani c’è dunque da attendersi la stessa dimostrazione di protesta pacifica: l’orgoglio del popolo della Juventus non è mai venuto meno in questa settimana, da quando venerdì scorso si è pronunciata la Corte di appello federale rincarando la penalizzazione chiesta dal procuratore federale Chiné, e la mobilitazione continuerà ad oltranza. Anche perché la situazione appare tutt’altro che rosea: in attesa delle motivazioni della sentenza della Corte d’appello federale, previste per lunedì, e del successivo ricorso della Juventus al Collegio di Garanzia del Coni, altri fronti della giustizia sportiva - dalla manovra stipendi, per la quale Chiné ha chiesto altri 40 giorni per completare l’indagine, alle plusvalenze bis - potrebbero aggravare la posizione della Juventus con ulteriori punti di penalizzazione che la condannerebbero nelle zone basse della classifica a dispetto dei punti conquistati in campo.
Il fattore Stadium non è però da sottovalutare perché può essere una perfetta cassa di risonanza per sostenere la lotta bianconera, tanto più che la Juventus ha un filotto di sei partite casalinghe su sette: dopo Monza in Coppa Italia e Atalanta, arriveranno a Torino il Monza (domani), la Lazio in Coppa Italia (giovedì), la Fiorentina (il 12 febbraio) e il Nantes, giovedì 16 in Europa League, con la sola eccezione della trasferta a Salerno martedì 7 febbraio.
Nel frattempo continua il tam tam sui social da parte del popolo bianconero per estendere e razionalizzare le adesioni e anche gli Juventus Club si stanno muovendo in maniera compatta per individuare un referente, che si faccia portavoce, e le linee guide della protesta. Sicuramente la sentenza della giustizia sportiva ha avuto il merito di unire i tifosi, superando anche le divergenze di vedute degli ultimi mesi sulla gestione Allegri: sostegno totale alla squadra e alla nuova dirigenza, apprezzata per l’appello fatto al popolo bianconero.