Juventus, toccato il fondo. Resta la speranza Coppa Italia

Bianconeri fermi, il Monza di Palladino corre. E Pogba resta a guardare
Juventus, toccato il fondo. Resta la speranza Coppa Italia© Juventus FC via Getty Images

TORINO - Il popolo bianconero deve solo sperare che la Juventus sia concentrata, per quello che può alla luce dello tsunami giudiziario, sulla Coppa Italia (i quarti contro la Lazio). Perché la gara interna di campionato contro il neopromosso Monza è un disastro sotto tutti i punti di vista. Prestazione, condizione fisica, risultato. E il quarto di finale non è tra un mese ma giovedì sera, sempre qui all’Allianz dove quasi 40 mila spettatori si sono sentiti traditi da una squadra con sempre una marcia in meno rispetto ai biancorossi di Palladino che ha costruito un capolavoro (e due vittorie su due contro Madama che l'ha cresciuto).

Paredes, non si gioca da fermo

Del resto il parziale del primo tempo è chiaro: due a zero per i brianzoli a cui era stato annullato un altro gol per fuorigioco di trenta centimetri. La Juve è molle, perde tutte le seconde palle a centrocampo dove Paredes è convinto di poter giocare da fermo o comunque senza correre. Se a questo si aggiunge che l’uomo deputato a fare la differenza e accendere il gioco, Di Maria, le sbaglia tutte, ma proprio tutte, ecco che il risultato è fedele a ciò che si vede in campo. Dove peraltro Rovella e Machin sulla mediana sono dei giganti. Ma a dirla tutta pure Pessina non scherza in quanto a personalità. Dunque meritati i gol di Ciurria e Dany Mota grazie anche a una difesa che risulta troppo morbidosa. E allora addio reparto difensivo a tre.

Pogba resta in panchina, sciagura Bremer

Nella ripresa fuori Kostic, Paredes e Fagioli per Soulè, Locatelli e Iling a disegnare un 4-4-2 con Bremer e Gatti centrali, De Sciglio e Danilo terzini. Poi dopo 10’ è Milik a entrare al posto di Kean che non aveva fatto granchè pure lui, come tutta la squadra peraltro. Al 61’ primo vero tiro in porta con Locatelli e grande parata di tuffo di Di Gregorio. Tre minuti dopo Vlahovic per De Sciglio e terzo sistema di gioco: 3-4-1-2 con Di Maria dietro le due punte, finalmente un po’ ispirato, come quando da fuori impegna Di Gregorio con una superparata in tuffo. Ma ci vuole altro. Che non arriva. Bremer tocca una palla di Milik, su cui c’è un mezzo rigore, destinata in rete e così il gol viene annullato per fuorigioco del brasiliano. Il polacco poi esce per la botta presa e gli ultimi minuti e la Juve li finisce in dieci per via dei cambi esauriti. E’ l’emblema di una domenica semplicemente disastrosa. Dove Pogba si siede per la prima volta in panchina e lì resta…

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