Juventus, le motivazioni e il contrattacco: si aprono tre scenari

Oggi la Corte d’Appello argomenterà il -15. Poi il club bianconero ricorrerà al Collegio di garanzia. In terzo grado: proscioglimento, conferma delle condanne o richiesta di riformularle
Juventus, le motivazioni e il contrattacco: si aprono tre scenari

TORINO - Oggi Massimiliano Allegri cercherà dunque di comprendere il perché e il per come di questo “-6” comminato alla Juventus dal tecnico del Monza, Raffaele Palladino. Al contempo, però, la società bianconera assieme ai suoi legali avrà modo - finalmente - di provare a comprendere le motivazioni del -15 in classifica inflittole dai membri della Corte federale d’Appello, presieduta da Mario Luigi Torsello, lo scorso 20 gennaio.

Le motivazioni in questione rappresentano di fatto l’appendice del terzo round in atto tra la Juventus e la Procura Federale a tema plusvalenze. I primi due - Tribunale federale e Corte federale d’Appello - li aveva vinti il club bianconero (con annessi tesserati) assieme agli altri 10 club tirati in ballo (con annessi tesserati). Ma il procuratore Giuseppe Chiné ha poi avanzato una richiesta di revocazione utilizzando gli atti emersi (documenti sequestrati, intercettazioni) nell’inchiesta Prisma che contemporaneamente sta portando avanti la Procura della Repubblica di Torino. Ebbene: dai e ridai, Chiné è riuscito a spuntarla e nel suo intento punitivo è stato persino superato (quasi doppiato) dalla Corte federale stessa. Questa volta Torsello non solo ha accolto la richiesta di revocazione della (sua) precedente sentenza, concordando sul fatto che vi fossero gli estremi tecnici per riaprire il caso; ha anche deciso di sposare la questione nel merito inasprendo le sanzioni rispetto a quelle chieste dal procuratore stesso. Dai 9 punti di penalizzazione s’è passati a 15. E anche la durata delle inibizioni è stata aumentata, per alcuni dirigenti: per l’ex direttore generale Fabio Paratici 30 mesi (anziché 20), per l’ex presidente Andrea Agnelli 24 mesi (anziché 16) e per il direttore sportivo ancora in organigramma Juve Federico Cherubini 16 mesi (anziché 10). Quanto agli altri club coinvolti nell’udienza di revocazione, beh, nulla di che. Per tutti è stata dichiarata ammissibile la richiesta di revocazione, ma nel merito s’è scelta la strada del proscioglimento. Nell’inchiesta avviata dalia Procura Federale s’era partiti con 11 club deferiti - la Juventus, il Napoli, la Sampdoria, la Pro Vercelli, il Genoa, il Parma, il Pisa, l’Empoli, il Chievo Verona, il Novara, il Delfino Pescara 1936 - e s’è giunti alla sanzione per il club bianconero soltanto.

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Nuovo round

La partita, però, non è ancora finita. La Juventus attende le motivazioni proprio per studiare nello specifico le contromosse. Per fare ricorso ci sono 30 giorni di tempo dal giorno delle motivazioni. Il club ha già deciso (e pure comunicato) la propria intenzione di rivolgersi al Collegio di Garanzia dello Sport, vale a dire il terzo grado della giustizia sportiva, laddove non si entrerà nel merito ma sarà possibile approfondire il tema della legittimità o meno della revocazione. La Juventus è convinta di avere a disposizione due potenziali assi nella manica legati al mancato rispetto di tempistiche e iter processuale da parte della Procura.

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Scenari

Si aprirebbero tre scenari.

  • 1) Il Collegio non trova nulla da eccepire e conferma tout court la sentenza della Corte federale d’Appello: inibizioni e 15 punti di penalizzazione.
  • 2) Il Collegio riscontra difetti di legittimità in alcune posizioni che hanno determinato le argomentazioni della Corte d’appello e rimanda il verdetto alla Corte in modo che lo riformuli tenendo conto del fatto che deve esser figlio non di tutte le precedenti motivazioni, ma solo di quelle che restano in piedi.
  • 3) Il Collegio riscontra gravi difetti di legittimità in alcune posizioni che hanno determinato le argomentazioni della Corte d’appello e quindi annulla la sentenza: tutti prosciolti.

 

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TORINO - Oggi Massimiliano Allegri cercherà dunque di comprendere il perché e il per come di questo “-6” comminato alla Juventus dal tecnico del Monza, Raffaele Palladino. Al contempo, però, la società bianconera assieme ai suoi legali avrà modo - finalmente - di provare a comprendere le motivazioni del -15 in classifica inflittole dai membri della Corte federale d’Appello, presieduta da Mario Luigi Torsello, lo scorso 20 gennaio.

Le motivazioni in questione rappresentano di fatto l’appendice del terzo round in atto tra la Juventus e la Procura Federale a tema plusvalenze. I primi due - Tribunale federale e Corte federale d’Appello - li aveva vinti il club bianconero (con annessi tesserati) assieme agli altri 10 club tirati in ballo (con annessi tesserati). Ma il procuratore Giuseppe Chiné ha poi avanzato una richiesta di revocazione utilizzando gli atti emersi (documenti sequestrati, intercettazioni) nell’inchiesta Prisma che contemporaneamente sta portando avanti la Procura della Repubblica di Torino. Ebbene: dai e ridai, Chiné è riuscito a spuntarla e nel suo intento punitivo è stato persino superato (quasi doppiato) dalla Corte federale stessa. Questa volta Torsello non solo ha accolto la richiesta di revocazione della (sua) precedente sentenza, concordando sul fatto che vi fossero gli estremi tecnici per riaprire il caso; ha anche deciso di sposare la questione nel merito inasprendo le sanzioni rispetto a quelle chieste dal procuratore stesso. Dai 9 punti di penalizzazione s’è passati a 15. E anche la durata delle inibizioni è stata aumentata, per alcuni dirigenti: per l’ex direttore generale Fabio Paratici 30 mesi (anziché 20), per l’ex presidente Andrea Agnelli 24 mesi (anziché 16) e per il direttore sportivo ancora in organigramma Juve Federico Cherubini 16 mesi (anziché 10). Quanto agli altri club coinvolti nell’udienza di revocazione, beh, nulla di che. Per tutti è stata dichiarata ammissibile la richiesta di revocazione, ma nel merito s’è scelta la strada del proscioglimento. Nell’inchiesta avviata dalia Procura Federale s’era partiti con 11 club deferiti - la Juventus, il Napoli, la Sampdoria, la Pro Vercelli, il Genoa, il Parma, il Pisa, l’Empoli, il Chievo Verona, il Novara, il Delfino Pescara 1936 - e s’è giunti alla sanzione per il club bianconero soltanto.

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