Le 36 pagine prodotte dalla Corte Federale d’Appello per motivare la sanzione inflitta alla Juventus in merito al “caso plusvalenze” hanno destato perplessità in numerosi addetti ai lavori. E in questa cerchia rientra anche l’avvocato Roberto Afeltra, esperto di diritto sportivo che definisce le motivazioni «ai limiti per essere deglutite da un uomo di diritto».
Roberto Afeltra, da dove partiamo?
«La prima considerazione riguarda la struttura delle motivazioni stesse: si tratta di un file di 36 pagine in cui le prime 19 sono utilizzate per motivi in fatto e in diritto e, delle restanti, la metà accolgono chiarimenti riguardo i vizi di forma su cui ha mosso obiezioni la Juventus. Obiezioni non così avventate, evidentemente».
Entrando nel merito, invece?
«La Corte, per le motivazioni, è stata quasi costretta a trovare spazio in cinque facciate appena. Facciate che, al loro interno, nascondono contraddizioni che mettono i brividi a chi si occupa di giustizia sportiva da tanti anni».
Per esempio?
«In primo luogo, se la Juventus è stata mandata a giudizio per rispondere dell’articolo 31 comma 1 e, a peggior lettura, dell’articolo 4 comma 1 attraverso i suoi dirigenti, certamente non può essere sanzionata per illecito sportivo».
