Juventus -15, la penalizzazione preoccupa tutte le altre società

Il mondo del calcio teme l’effetto boomerang perché la gran parte dei club utilizza le plusvalenze che non sono regolate

TORINO - Il grande botto fa effetto. E il clamoroso frastuono, si sa, non regala lucidità al cento per cento. Anzi. E poi in Italia i campioni dell’invidia non rischiano mai di restare senza eredi. Per cui il botto del meno 15 punti di penalizzazione alla Juventus ha acceso facce sorprese che col passare dei secondi vedevano le bocche allargarsi per inequivoabili sorrisi malcelati. Espressioni che però, adesso, a distanza di un po’ di tempo, correvano le ore 21 del 20 gennaio quando la Vecchia Signora veniva bastonata, sono virate verso altre mimiche facciali. La bocca si è ristretta per dar spazio al movimento accentuato delle sopracciglia, corrucciate più che mai! Proprio così. Il mondo del calcio si sta interrogando su cosa e quanto rischi il sistema con questa sentenza che mette nel mirino le plusvalenze, esercizio per il quale è stata punita la società torinese. I problemi però sono molteplici visto che la verità la conoscono tutti. E parliamo della verità della vita vissuta, non quella processuale e quindi parziale in quanto realizzata solo con porzioni della prima. Porzioni peraltro assemblate in maniera a volte sorprendente. Già, perché se è vero che la Corte federale d’Appello ha dimostrato che la Juventus ha fatto ricorso in modo sistemico e sistematico alle plusvalenze senza che peraltro esista una norma che le vieti, è altrettanto vero che non le ha fatte da sola. E i club che utilizzano questa modalità per riportare in equilibrio o quasi i conti sono tantissimi. Dunque non c’è più molta gente tranquilla nel calcio. Che di colpo si trova a fare il tifo per la Juventus! Dove? Nella prossima sede in cui la società farà ricorso: ovvero il Collegio di garanzia dello sport presso il Coni, con deposito dello stesso ricorso entro il primo marzo.

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Sarà mica un caso?

Veder respingere e annullare questo verdetto tanto pesante quanto sorprendente consentirebbe al sistema calcio di tirare un sospiro di sollievo. Magari in attesa di potersi trovare a un tavolo e normare la questione plusvalenze in modo poi da intervenire in maniera chiara, precisa e omogenea. Chiara e precisa visto che ancora adesso non si è potuto capire nelle 36 pagine delle motivazioni della sentenza della Corte come siano stati calcolati i 15 punti: per la serie, “perché 15 e non 7 oppure 26?”.  Dunque un calcio senza Juve o con una Juve ridimensionata, se non addirittura spedita in Serie B qualora il filone “manovra stipendi” dovesse comportare un’altra legnata, spaventa e non poco il mondo del pallone. Che da una parte a livello di diritti tv incasserebbe molto meno e dall’altra si troverebbe a doversi confrontare con una sentenza pilota in grado di fare una “pericolosa” giurisprudenza. E la gran parte delle società di calcio ricorre alle plusavalenze! Sarà un caso ma negli ultimi giorni si sta allungando l’elenco dei politici che urlano il proprio dissenso per un verdetto che offre una disparità di giudizio eclatante all’interno del processo stesso. Per non parlare poi di quello esterno al procedimento sportivo. Che si è basato sulle intercettazioni, promosse prova, ordinate dalla Procura della Repubblica di Torino. Dunque le altre società ridono perché nelle loro città non ci sono pm che indagano? Sinora è stato così. Dunque un calcio che va a due marce, dove i gol rischia di segnarli anche chi non è tesserato, ma è pagato per fare altro. Sarà giusto?

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TORINO - Il grande botto fa effetto. E il clamoroso frastuono, si sa, non regala lucidità al cento per cento. Anzi. E poi in Italia i campioni dell’invidia non rischiano mai di restare senza eredi. Per cui il botto del meno 15 punti di penalizzazione alla Juventus ha acceso facce sorprese che col passare dei secondi vedevano le bocche allargarsi per inequivoabili sorrisi malcelati. Espressioni che però, adesso, a distanza di un po’ di tempo, correvano le ore 21 del 20 gennaio quando la Vecchia Signora veniva bastonata, sono virate verso altre mimiche facciali. La bocca si è ristretta per dar spazio al movimento accentuato delle sopracciglia, corrucciate più che mai! Proprio così. Il mondo del calcio si sta interrogando su cosa e quanto rischi il sistema con questa sentenza che mette nel mirino le plusvalenze, esercizio per il quale è stata punita la società torinese. I problemi però sono molteplici visto che la verità la conoscono tutti. E parliamo della verità della vita vissuta, non quella processuale e quindi parziale in quanto realizzata solo con porzioni della prima. Porzioni peraltro assemblate in maniera a volte sorprendente. Già, perché se è vero che la Corte federale d’Appello ha dimostrato che la Juventus ha fatto ricorso in modo sistemico e sistematico alle plusvalenze senza che peraltro esista una norma che le vieti, è altrettanto vero che non le ha fatte da sola. E i club che utilizzano questa modalità per riportare in equilibrio o quasi i conti sono tantissimi. Dunque non c’è più molta gente tranquilla nel calcio. Che di colpo si trova a fare il tifo per la Juventus! Dove? Nella prossima sede in cui la società farà ricorso: ovvero il Collegio di garanzia dello sport presso il Coni, con deposito dello stesso ricorso entro il primo marzo.

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