Il comunicato integrale
"A seguito di un’attenta lettura e analisi e analisi della decisione n. 0063/CFA 2022-23 della Corte Federal d’Appello S.U. FIGC sono emerse numerose criticità, di cui ne riportiamo solo alcune per ragioni di sintesi: - applicazione distorta del diritto sportivo, già di per sé strutturalmente incompleto; -violazione dei più basilari principi di diritto (giusto processo, legalità, diritto al contraddittorio); - applicazione in sede di revocazione, in violazione dei suddetti principi, nonché del doppio grado di giudizio, dell’art. 4 C.G.S., non contestato alla Juventus nel capo di incolpazione originario e conseguente applicazione della sanzione di 15 punti di penalizzazione; sanzione determinata in modo del tutto arbitrario e senza una congrua motivazione, circostanza che ha fatto emergere in modo lapalissiano una insostenibile lacuna del codice di giustizia sportiva laddove, non essendo prevista una cornice edittale, vige il “non” principio dell’indeterminatezza della sanzione; - utilizzo parziale di atti privi di qualsiasi valore probatorio (come le intercettazioni che sono un mezzo di ricerca della prova, non prove!), come prove aventi addirittura una valenza confessoria; applicazione di una norma generale (articolo 4 CGS) laddove sussiste, per la tipologia di violazione contestata, una norma specifica (articolo 31 comma 1 CGS) che prevede la sanzione dell’ammenda con diffida.
In forza di argomentazioni che riteniamo ampiamente fondate sia in punto di diritto che di fatto, riteniamo che la Juventus abbia fatto nuovamente da apripista rispetto alle acrobazie giuridiche della giustizia sportiva, che ancora una volta ha mostrato di essere parziale, sommaria, frettolosa. Circostanze, queste ultime, che non interessano a molti quando viene colpita la Juventus, in spregio ai più basilari principi giuridici, ma che interessano (e moltissimo) a noi tifosi bianconeri.
Siamo stanchi del clima mediatico che circonda ogni vicenda concernente la Juventus, siamo stanchi di dover sfamare il sempre ricorrente “sentimento popolare”, siamo stanchi della parzialità con cui vengono sempre fraudolentemente narrate le nostre vicende. Anche nel caso in cui il Collegio di Garanzia dello Sport del Coni dovesse, come speriamo e confidiamo, ribaltare questa decisione abnorme e immotivata, i danni collaterali sarebbero (come sempre) già stati consumati, sia sotto l’aspetto sportivo che extracalcistico. L’immediata esecutività della sentenza prima che la stessa sia definitiva costituisce, infatti, un’altra anomalia ed illogicità del sistema; il campionato della Juventus può dirsi sin da ora alterato, al di là dell’esito finale.
Oggi più che mai, quindi, ci sentiamo uniti nel confermare le azioni già poste in essere e ci dichiariamo pronti a percorrere ogni strada possibile e lecita, al fine di far valere i nostri diritti e difendere quelli che riteniamo essere dei principi indefettibili. Prendiamo le distanze da tutti i mezzi di comunicazione che, con malcelata ossessione, hanno sempre speculato sul nome Juventus facendone brandelli da vendere a chi legge, a chi guarda, a chi ascolta. Continuiamo a disdire i contratti con le pay tv, favorendo una massiccia presenza allo Stadium per far sentire la nostra vicinanza alla squadra e a scrivere, a parlare di questa ingiustizia al fine di tenere alta l’attenzione far comprendere la vera ragione di tutto ciò che sta accadendo, per fermarlo. Quando si sbaglia si paga. Dopo un giusto processo. Grazie a prove tangibili e inconfutabili. Pagano quelli che sbagliano. Ognuno nella giusta misura. Ognuno perché ha infranto regole, norme…non altrui “sentimenti”, più o meno “popolari”. Non si può cancellare impropriamente la storia scritta sul campo e colpire in tal modo il cuore dei tifosi. Tifosi che si informano, che comprendono cosa sta accedendo e che civilmente intendono ribellarsi a questa abnorme situazione".