E le prove?
Altro tema nodale: prove vere e proprie del fatto che la Juventus sia ricorsa a plusvalenze fasulle non ne sono state trovate. Solo alcune intercettazioni che però possono essere interpretate in un modo piuttosto che in un altro a fronte peraltro di altre in cui invece i tesserati bianconeri dicono chiaramente che «se cercano il dolo, allora non troveranno nulla. In 14mila pagine di atti, la cosa più clamorosa trovata dagli inquirenti è ciò che è stato definito quale “il libro nero di Paratici” che in realtà è un foglio A4 con degli appunti di Cherubini. E anche in merito a quella che è stata definita una fattura corretta a penna (tra Juventus e Marsiglia, nell’ambito dell’affare Akè/Tongya) occorre fare alcune precisazioni: la fattura era stata riemessa, con l’indirizzo giusto e la dicitura richiesta dalla Juventus, quindi regolarmente registrata e non “corretta a penna”.
Il domandone
Infine, la domanda delle domande. Con chi le faceva, queste fantomatiche plusvalenze la Juventus, visto che è stata condannata solo lei?