Plusvalenze Juventus, l’avvocato Matera: “Il -15 sarà tolto. Il verdetto non regge”

Il professore che ha scritto il Codice della Giustizia Sportiva prevede in esclusiva cosa deciderà il Collegio di Garanzia

Pierluigi Matera, partiamo dalla stretta attualità: che peso ha la decisione del Tar riguardo l’ormai famosa “nota 10940”?

«Apre una crepa in un’impostazione che non può reggere per come è stata concepita. Più che il contenuto della nota in sé, che non è detto sia determinante, apre qualche dubbio il fatto che questa eccezione, portata avanti dagli incolpati fin dal primo giorno, sia stata respinta con ostinazione. E che la CFA abbia ritenuto il documento “irrilevante” pur senza conoscerne i contenuti. Questa pronuncia suggerisce come il quadro complessivo, a una prima verifica della giurisdizione amministrativa, mostri delle falle».

Una parte delle indagini, dunque, potrebbe risultare inutilizzabile?

«Il Codice di Giustizia della Figc, in realtà, spiega che gli atti provenienti da procedimenti penali sono utilizzabili, ma non in questi termini. La Procura avrebbe potuto archiviare il precedente procedimento e poi aprirne uno nuovo: gli elementi sopraggiunti, così, sarebbero stati utilizzabili a prescindere. Si badi che la procedura è la garanzia del diritto, altrimenti si calpestano diritti come quello alla difesa e al giusto processo, la cui violazione è ampiamente lamentata dai legali bianconeri. I quali, per altro, avranno facoltà di depositare una memoria integrativa entro dieci giorni prima dell’udienza del Collegio».

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Che idea si è fatto, invece, dei contenuti del ricorso della Juventus?

«I punti evidenziati gridano vendetta ed evidenziano come, appunto, abbia prevalso la suggestione inducendo a conclusioni che non reggono, a maggior ragione negli stretti margini di una revocazione. Il “Libro Nero di FP”, per esempio, ha un nome evocativo, ma si tratta di un semplice foglio A4 di appunti. Si sostiene che lì “Cherubini rappresentava fatti veri che oggi non possono più essere efficacemente rinnegati”, ma il punto è che nel precedente proscioglimento non mancava una prova ora trovata, bensì si giungeva alla conclusione proprio per l’impossibilità di qualificare le plusvalenze come “fittizie”, termine per altro utilizzato dalla Procura Federale e mai dallo stesso Cherubini. La portata suggestiva, poi, è contenuta negli stralci di intercettazioni utilizzate e, per altro, ancora da passare al vaglio del giudicante. E, ancor di più, nelle apparizioni misteriose».

Prego?

«Sì, nelle motivazioni ci sono due apparizioni misteriose. La prima riguarda lo scambio Pjanic-Arthur, che potremmo definire l’operazione “fantasma” dato che non rientra tra le 15 contestate: la CFA, nonostante questo, la cita ben otto volte. E questo perché c’è un’intercettazione di Cherubini in merito, in cui per altro si fa riferimento al valore di Arthur che, tutt’al più, riguarda il fronte finanziario del Barcellona e non della Juventus. L’altra è la fattura corretta a mano del Marsiglia, che compare nella decisione della CFA e che invece non era presente nel deferimento della Procura, in cui un contabile del club, nemmeno deferito, corregge a mano alcuni dati tra cui l’indirizzo della sede societaria e l’oggetto. In questo senso dico che ha prevalso l’impatto mediatico sulla dovuta lucidità di un ragionamento tecnico-giuridico».

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Qual è la sua sensazione sull’operato della CFA, in definitiva?

«Ritengo che, sul binario originario della Procura Federale fondato sulle plusvalenze fittizie, la CFA abbia provato a innestare quello invece proprio della Procura di Torino, che al pari della Consob sostiene la tesi delle permute. Il funambolismo che ne è seguito ha portato alla difficilmente sostenibile “pianificazione fraudolenta di attività lecita”, ma la verità è che sulla traccia federale non c’era spazio per decidere altro che il proscioglimento».

E dunque cosa deciderà il Collegio di Garanzia dello Sport?

«Non vedo margini per una conferma, dovrà riformare e senza rinvio. Il rinvio, infatti, è previsto solo quando risultano necessari “ulteriori accertamenti di fatto”, ma ormai siamo al quarto grado di giudizio, o quando “le parti ne fanno concorde richiesta”. Non annullare, inoltre, lascerebbe aperta alla Juventus la strada del Tar: il club bianconero non potrebbe più demolire la penalizzazione, ma chiedere una tutela risarcitoria per cifre davvero importanti».

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Pierluigi Matera, partiamo dalla stretta attualità: che peso ha la decisione del Tar riguardo l’ormai famosa “nota 10940”?

«Apre una crepa in un’impostazione che non può reggere per come è stata concepita. Più che il contenuto della nota in sé, che non è detto sia determinante, apre qualche dubbio il fatto che questa eccezione, portata avanti dagli incolpati fin dal primo giorno, sia stata respinta con ostinazione. E che la CFA abbia ritenuto il documento “irrilevante” pur senza conoscerne i contenuti. Questa pronuncia suggerisce come il quadro complessivo, a una prima verifica della giurisdizione amministrativa, mostri delle falle».

Una parte delle indagini, dunque, potrebbe risultare inutilizzabile?

«Il Codice di Giustizia della Figc, in realtà, spiega che gli atti provenienti da procedimenti penali sono utilizzabili, ma non in questi termini. La Procura avrebbe potuto archiviare il precedente procedimento e poi aprirne uno nuovo: gli elementi sopraggiunti, così, sarebbero stati utilizzabili a prescindere. Si badi che la procedura è la garanzia del diritto, altrimenti si calpestano diritti come quello alla difesa e al giusto processo, la cui violazione è ampiamente lamentata dai legali bianconeri. I quali, per altro, avranno facoltà di depositare una memoria integrativa entro dieci giorni prima dell’udienza del Collegio».

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