Pagelle Juventus-Friburgo: Kostic chirurgo, Danilo imperatore, Di Maria artista

Un’altra serata difficile per Vlahovic, Fagioli entra con grinta: voti e giudizi della squadra bianconera dopo l’1-0 nell’andata degli ottavi di Europa League

Szczesny NG Esce dal campo con i guanti lindi proprio come al suo ingresso: la squadra davanti a lui fa ottima guardia, il Friburgo non morde e in lavanderia ringraziano

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Danilo 8 Formato imperatore dello Stadium, certo non per la prima volta nell’ultimo paio di stagioni: anestetizza con una millimetrica scivolata una pungente ripartenza del Friburgo, risale la corrente palla al piede generando l’ovazione del pubblico, in due circostanze persino arma i compagni per la conclusione in porta. Leader totale

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Bremer 7 Applicato ed efficace come nelle migliori giornate, rintuzza le poche offensive tedesche e si spinge in pressing fin sulla trequarti. Unica sbavatura, in chiusura di primo tempo, un colpo di testa in area avversaria con uno spicchio di porta a disposizione davanti a sé

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Alex Sandro 5.5 Fa in tempo a perdersi Sallai in piena area di rigore, con Kostic lesto a rimediare, poi è costretto a chiedere il cambio per il riacutizzarsi di un problema fisico

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Bonucci (23’ pt) 6.5 La retroguardia è a tenuta stagna e lui collabora ad ergere il muro – cazzuola e malta – con il valore aggiunto dell’esperienza

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Cuadrado 7 A tratti si rivede, se non il giocatore dei tempi d’oro, un suo parente piuttosto prossimo: le gambe viaggiano, gli uno contro uno abbondano, le discese palla al piede anche. Come pure le giocate con inspiegabile sufficienza nei propri ultimi venti metri che mettono i brividi allo Stadium, ma almeno senza effetti collaterali

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Miretti 6 Sufficienza per la fiducia, al ritorno in campo dopo tanto tempo e senza possibilità di testarsi almeno in uno spezzone. Se Barrenechea nel derby aveva rappresentato un’allegrata, questa è comunque una mezza allegrata: fa mulinare le gambe, ma serve ancora un po’ di tempo per far viaggiare il pallone come a inizio stagione

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Fagioli (1’ st) 7 Approccia la partita dalla panchina come Allegri chiede sempre ai suoi: subito un velenoso traversone, poi una giocata che lancia una ripartenza, quindi intensità e qualità in rima in mezzo al campo

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Locatelli 7 I primi minuti sono tragicomici, con tre palloni sparacchiati alla rinfusa uno dopo l’altro, ma il crescendo nel cuore della manovra è rossiniano. E persin di più risulta decisivo senza palla, calamitando sui propri piedi una quantità industriale di palloni sui tentativi di ripartenza dei tedeschi. Non va lontano dal gol con un tiro a giro che sorvola di poco la traversa

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Rabiot 6.5 Segna quando il gioco viene fermato dall’arbitro, manca il bersaglio grosso quando Di Maria lo mette davanti a Flekken. Ma il suo apporto è comunque prezioso in termini di fiato, muscoli e presenza nella zona nevralgica del campo

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Kostic 7 Più bloccato del solito, ma al contempo più focalizzato ancora sulla fase difensiva: attento finanche in area di rigore, dal suo lato lascia passare le mosche e poco di più. Ma la coperta è corta e, di conseguenza, raramente inscena sgroppate fino a raggiungere il fondo del campo. E infatti, in avvio di ripresa, gli basta arrivare sulla trequarti per pennellare il cross che Di Maria incorna in rete. Ancora una volta decisivo. Kean (33’ st) ng

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Di Maria 8 Impiega ottanta secondi a diffondere la prima manciata di polvere di stelle, meno di un quarto d’ora per mandare in porta Rabiot. Per un tempo si accende a tratti, in realtà, ma quando lo fa è poesia in endecasillabi. Nella ripresa arma prima la testa di Vlahovic e poi quella di Rabiot con pennellate d’artista, quindi decide che per sbloccare la gara è il momento di mettersi in proprio: con un’inzuccata di prepotenza, addirittura, perché il campionario è infinito

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Vlahovic 5 Ispira tenerezza, ma il sentimento mal calza a un bomber che dovrebbe scendere in campo con la bava alla bocca. Invece il serbo prima incespica da solo rincorrendo la sfera, poi si fa soffiare il pallone in uno contro uno come si sottrarrebbe la caramella a un bambino. L’avvio è volitivo, ma con il passare del tempo perde fiducia e inizia, sconsolato, ad abbassare lo sguardo, così squilla solo con un piazzato telefonato e spreca per due volte di testa

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Chiesa (22’ st) 6 La prestazione nel finale, di fronte allo spavento per le sue condizioni fisiche, passa persino in secondo piano

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All. Allegri 7 La sua Juventus crea tanto e rischia poco o nulla: il pareggio ospite annullato dal Var sarebbe stata una punizione decisamente eccessiva

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Szczesny NG Esce dal campo con i guanti lindi proprio come al suo ingresso: la squadra davanti a lui fa ottima guardia, il Friburgo non morde e in lavanderia ringraziano

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