Juve, Figc, Covisoc: gli assurdi misteri di quegli strani no

L’editoriale del Direttore di Tuttosport sulla carta che era stata negata alle difese del caso plusvalenze

Tutto qui? Cioè questa è la carta negata alle difese del caso plusvalenze, nel corso di tre processi, e difesa a spada tratta dalla Covisoc e dalla Figc fino al Consiglio di Stato? “Mah!” è il più sintetico commento, perché si tratta, dopo una prima e profana occhiata, di un papello accademico sulle plusvalenze, firmato da Giuseppe Chiné, con un paio di ragionamenti ampiamente contestabili, ma apparentemente innocuo sotto il profilo processuale. E allora per quale dannata e misteriosa ragione non è stato mostrato prima? Perché è stato difeso con ferocia giuridica, facendo crescere la curiosità dopo ogni no opposto? Il vero segreto non è contenuto nella carta, ma nel comportamento delle istituzioni della giustizia sportiva, ancora una volta imperscrutabili nei loro atteggiamenti sacerdotali.

Il dubbio

L’unico dubbio è che dietro quella carta ce ne sia un’altra, citata nell’oggetto «Riscontro della nota Covisoc in data 31 marzo 2021». Cosa conteneva quella nota? E più in generale, il carteggio fra Procura e Covisoc fa presupporre l’inizio di un’indagine? Non in senso tecnico: pare più un ragionamento preparatorio di un’inchiesta, all’epoca dello scambio il tema delle plusvalenze è caldo, sia Covisoc che Procura ragionano, probabilmente sulle modalità investigative, rese difficili - come sottolinea lo stesso Chiné - dall’assenza di un criterio o una legge (che mancano tutt’ora, per la cronaca). Quindi cosa inquietava la giustizia sportiva? Magari un giorno ce lo diranno o lo scopriremo.

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