La Juve non scarica Pogba: così il club conta di recuperarlo

Paul è sconsolato, ma tiene duro: "Allah non appesantisce un’anima oltre ciò che può sopportare". Starà fermo un mese. E in società non si parla di risoluzione del contratto

Questa volta, sul viso di Paul Pogba, si è spento anche l’irriducibile sorriso guascone, tratto distintivo di un carattere esuberante che però rappresenta anche la principale forza del francese nei momenti di difficoltà. E il Polpo, di giorni difficili, negli ultimi anni ne ha vissuti tanti, anche se forse mai amari come quelli attuali. In cui, appunto, ha perso anche il buon umore. L’affresco più fedele del suo stato d’animo è stato tratteggiato ieri mattina, all’uscita del J Medical, dopo gli accertamenti seguiti al fastidio all’adduttore riscontrato nella rifinitura prima dell’impegno con la Sampdoria. Ad attenderlo, nel piazzale antistante il centro medico, un nugolo di tifosi bianconeri, cui Pogba ha chiesto scusa nel momento in cui ha tirato dritto eludendo i selfi e e gli autografi : «Non ci sto proprio con la testa», ha sussurrato mentre saliva in macchina e si allontanava con il verdetto degli esami già in tasca. “Lesione di basso grado all’adduttore della coscia destra, già iniziato l’iter riabilitativo volto alla ripresa dell’attività agonistica”, avrebbe sentenziato da lì a breve un comunicato del club.

Morale ai minimi

Il contrattempo, l’ennesimo dal crack estivo al menisco e soprattutto dalla decisione del giocatore di optare inizialmente per la terapia conservativa nella speranza di essere protagonista ai Mondiali con la Francia, ha gettato nello sconforto il numero 10 della Juventus. Già reduce da diverse frenate rispetto alla tabella di recupero stilata a fine luglio e, ora, alle prese con un nuovo stop che lo terrà lontano dai campi per almeno 20-30 giorni. Se ne riparlerà dopo la sosta, insomma, e non è per nulla scontato che il francese sia a disposizione per uno snodo cruciale della stagione come la gara d’andata della semifi nale di Coppa Italia contro l’Inter (4 aprile). Il Polpo va ritrovato, insomma. Ma, se fino a pochi giorni fa la speranza era quella di dover “soltanto” ristabilire la condizione atletica del calciatore, ora la certezza è che vada ricostruito anche il morale del ragazzo, che domani spegnerà trenta candeline sulla torta di compleanno.

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Instagram amaro

La strada dell’ex Manchester United, dopo gli appena 35’ sommati tra il derby e la Roma, ha ricominciato dunque a salire. Ma il Polpo, tornato in bianconero la scorsa estate a sei anni di distanza dall’addio, non è da solo. Allegri sa che in casi simili serve pazienza e continua a ripeterlo con una serenità che solo raramente cede il campo a un pizzico di stizza. La società, che nel campione classe 1993 ha investito attraverso un pesante quadriennale, non ha alcuna intenzione di scaricarlo, né ora né in estate. Una certa insofferenza, semmai, era trapelata lo scorso autunno, spazzata però via dalla qualità del lavoro che Pogba stava portando avanti alla Continassa per recuperare la condizione. E anche i compagni gli si stringono intorno, in campo come sui social. Il post di ieri pomeriggio su Instagram tra religione e filosofia, “Allah non appesantisce un’anima oltre ciò che può sopportare”, ha fatto il pieno di incoraggiamenti, a partire dal “Vamos hermano!” del sempre più centrale Di Maria.

Conto alla rovescia

Il calcio di punizione su cui Pogba ha sentito affiorare il fastidio all’adduttore, domenica mattina, ha cambiato gli scenari rispetto al recente passato. Ovvero quello dei balletti casalinghi e dei video sulla neve che avevano suscitato irritazione, ma che al contempo avevano mostrato l’inguaribile ottimismo del francese. Ora sul suo volto c’è spazio soltanto per una smorfia di scoramento: «Il ragazzo, quando si è fatto male, emotivamente è crollato», ha svelato Allegri dopo la vittoria sulla Samp. Ma Pogba non è solo e, smaltita la frustrazione del momento, tra pochi giorni farà partire il conto alla rovescia verso il ritorno in campo. L’ennesimo.

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Questa volta, sul viso di Paul Pogba, si è spento anche l’irriducibile sorriso guascone, tratto distintivo di un carattere esuberante che però rappresenta anche la principale forza del francese nei momenti di difficoltà. E il Polpo, di giorni difficili, negli ultimi anni ne ha vissuti tanti, anche se forse mai amari come quelli attuali. In cui, appunto, ha perso anche il buon umore. L’affresco più fedele del suo stato d’animo è stato tratteggiato ieri mattina, all’uscita del J Medical, dopo gli accertamenti seguiti al fastidio all’adduttore riscontrato nella rifinitura prima dell’impegno con la Sampdoria. Ad attenderlo, nel piazzale antistante il centro medico, un nugolo di tifosi bianconeri, cui Pogba ha chiesto scusa nel momento in cui ha tirato dritto eludendo i selfi e e gli autografi : «Non ci sto proprio con la testa», ha sussurrato mentre saliva in macchina e si allontanava con il verdetto degli esami già in tasca. “Lesione di basso grado all’adduttore della coscia destra, già iniziato l’iter riabilitativo volto alla ripresa dell’attività agonistica”, avrebbe sentenziato da lì a breve un comunicato del club.

Morale ai minimi

Il contrattempo, l’ennesimo dal crack estivo al menisco e soprattutto dalla decisione del giocatore di optare inizialmente per la terapia conservativa nella speranza di essere protagonista ai Mondiali con la Francia, ha gettato nello sconforto il numero 10 della Juventus. Già reduce da diverse frenate rispetto alla tabella di recupero stilata a fine luglio e, ora, alle prese con un nuovo stop che lo terrà lontano dai campi per almeno 20-30 giorni. Se ne riparlerà dopo la sosta, insomma, e non è per nulla scontato che il francese sia a disposizione per uno snodo cruciale della stagione come la gara d’andata della semifi nale di Coppa Italia contro l’Inter (4 aprile). Il Polpo va ritrovato, insomma. Ma, se fino a pochi giorni fa la speranza era quella di dover “soltanto” ristabilire la condizione atletica del calciatore, ora la certezza è che vada ricostruito anche il morale del ragazzo, che domani spegnerà trenta candeline sulla torta di compleanno.

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