Juve-Santoriello, Calabrò: “Giusto, ma perché solo a indagine finita?”

L’ex magistrato contesta i tempi di una scelta che ritiene doverosa: “Ormai non cambierà granché”
Juve-Santoriello, Calabrò: “Giusto, ma perché solo a indagine finita?”

TORINO - Piero Calabrò, come ex magistrato è rimasto sorpreso dalla decisione del pubblico ministero Ciro Santoriello di astenersi dal sostenere l’accusa nella inchiesta Prisma che lo h visto protagonista nella parte inquirente insieme ai colleghi Mario Bendoni e Marco Gianoglio.

«No, anzi, sono tutt’altro che sorpreso. Innanzitutto perché lo ritengo un atto doveroso. Come recita l’articolo 52 del codice di procedura penale il pubblico ministero ha la facoltà di astenersi quando ci sono gravi ragioni di convenienza. E per me queste ragioni sono emerse diverse settimane fa. Per cui la scelta la definirei obbligata ma tardiva anche se il codice parla di facoltà e non di obbligo».

Può spiegare meglio in che senso la ritiene tardiva come decisione?

«E’ molto semplice, se le condizioni esistono oggi esistevano anche prima per cui non riesco a comprendere come possa essersi sviluppata una ulteriore attività da parte del pm nel tempo intercorso da quando si sono verificate determinate condizioni che lo hanno indotto a prendere questa decisione e l’altro giorno in cui ha fatto un passo indietro. Del resto a differenza del giudice il pm non può nemmeno essere ricusato da parte delle parti che non hanno possibilità di tutela e il tutto viene rimesso alla sensibilità del magistrato inquirente. L’imputato può ricusare il giudice ma non può farlo per chi indaga».

Cosa cambia dal punto di vista dell’accusa il fatto di veder venire meno uno dei tre pm che hanno indagato?

«Io credo che di fatto, sino all’altro ieri, direi quindi praticamente alla vigilia dell’udienza preliminare il dottor Santoriello abbia partecipato in modo attivo visto che lo si può considerare come lo specialista numero uno della materia trattata, partecipando attivamente alla formulazione delle attività prodomiche anche alla ormai prossima udienza. Usando una metafora possiamo dire che è come se avesse partecipato alla scrittura della sceneggiatura ma alla fine la parte recitativa venisse delegata agli altri due magistrati. Ed è forse quella meno importante...».

E invece dal punto di vista della difesa potrebbe cambiare qualcosa col venire meno della presenza del pm Santoriello?

«Da punto di vista della difesa non cambia nulla anche perché con gli ultimi atti intervenuti, l’aver sentito Dybala e il suo avvocato, la partecipazione di un magistrato che si sarebbe dovuto già astenere prima non è una situazione commendevole. Del resto se il capo della procura della repubblica di Torino ha accolto la dichiarazione di astensione qualche ragione fondata sussisteva».

Lunedì prossimo si vivrà finalmente l’udienza preliminare Torino davanti al giudice Marco Picco. Alla luce della richiesta che verrà fatta sulla competenza territoriale che verrà avanzata dai legali bianconeri quale risposta si aspetta da parte del giudice Picco?

«Dopo aver affrontato una serie di questioni preliminari e procedurali potrà decidere di accogliere o respingere la richiesta di spostamento a un altro tribunale ma ritengo che prenderà la decisione più saggia: ovvero passare lui direttamente la palla alla Cassazione sfruttando questa opportunità introdotta con la riforma Cartabia. In questo modo si metterebbe fine a una questione che potrebbe essere riproposta addirittura anche nei gradi di giudizio successivi».

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