Rabiot, la Juventus vuole il rinnovo. Ma adesso non può accelerare…

Il mercato dei calciatori top sarà congelato fino al 20 aprile quando il club capirà il futuro in base alla penalizzazione finale

TORINO - Che i tempi della giustizia il più delle volte non viaggino di pari passo con lo scorrere naturale della vita degli uomini non è una novità. Lo stesso, di conseguenza, a volte succede con le aziende. Ce ne sono che soffrono magari perché in attesa di sentenze definitive in grado di far arrivare l’ossigeno necessario, leggasi bonifici, salvo poi dover alzare bandiera bianca e trovarsi vincenti nel ricorso a serrande ormai abbassate. Quando si finisce nei meandri della giustizia si ha la certezza solo di quando si entra e non di quando si esce. Con la beffa, in certi casi, di non farsene un granché magari dell’assoluzione perché nel frattempo i danni accumulati sono stati troppo invasivi. In parte è quello che potrebbe succedere alla Juventus, che ha sì le spalle solide ma non pronte a reggere la qualunque. Prendiamo per esempio la questione dell’indagine plusvalenze che aveva fatto il suo corso naturale con l’assoluzione doppia nel maggio 2022 per poi ritornare prepotentemente in vita grazie alla revocazione. Totale: da innocente a colpevolissima a gennaio 2022 con 15 punti di penalizzazione a sconvolgere in primis la classifica dei bianconeri ma non solo. Perché sino a quando non ci sarà il terzo grado definitivo del Collegio di garanzia dello sport del prossimo 19 aprile, molto, se non tutto, resta sospeso nell’aria.

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La Juventus e il futuro di Rabiot

Ambizioni, certezze di posizionamento e riflessi anche della giustizia sportiva internazionale. Per non parlare, ovviamente, del mercato. Perché un conto è essere quasi certi di partecipare alla Champions League e un altro covare il dubbio. Per sedersi a un gala ci si compra lo smoking ma se poi l’invito salta che te ne fai di quel vestito? È un po’ quello che sta cominciando a vivere la dirigenza juventina per la pianificazione di acquisti e cessioni. Almeno per quanto concerne le operazioni top, che alla fine sono quelle che fanno la differenza perché in grado di caratterizzare la rosa Un esempio su tutti è quello che riguarda Adrien Rabiot. La mezzala francese nell’intervista esclusiva rilasciata al nostro giornale dal ritiro della nazionale di Clairefontaine ha detto che è disposto a parlare con la Juventus per verificare se ci sono le condizioni per restare ancora insieme dopo la scadenza naturale del contratto in essere, ovvero 30 giugno. La verità è che la Juventus ha intenzione di trattenerlo ma in questo momento, non disponendo di certezze basiche che si riverberano sul futuro, ovvero quanti punti ha in classifica, è costretta a rinviare il momento clou per provare a chiudere. Previsti a stretto giro di posta nuovi contatti con la signora Veronique, la mamma del centrocampista nonchè la sua agente, ma si tratterà di discorsi improntati a verificare quanto le due posizioni sono vicine e assimilabili ma sino a dopo la sentenza del 19 aprile non si potrà pensare di mettere bianco su nero. Intanto sembra ormai scontato il prolungamento del contratto in scadenza di Alex Sandro per via dell’automatismo legato al rinnovo in caso di un numero minimo di presenze. Ci siamo quasi.

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TORINO - Che i tempi della giustizia il più delle volte non viaggino di pari passo con lo scorrere naturale della vita degli uomini non è una novità. Lo stesso, di conseguenza, a volte succede con le aziende. Ce ne sono che soffrono magari perché in attesa di sentenze definitive in grado di far arrivare l’ossigeno necessario, leggasi bonifici, salvo poi dover alzare bandiera bianca e trovarsi vincenti nel ricorso a serrande ormai abbassate. Quando si finisce nei meandri della giustizia si ha la certezza solo di quando si entra e non di quando si esce. Con la beffa, in certi casi, di non farsene un granché magari dell’assoluzione perché nel frattempo i danni accumulati sono stati troppo invasivi. In parte è quello che potrebbe succedere alla Juventus, che ha sì le spalle solide ma non pronte a reggere la qualunque. Prendiamo per esempio la questione dell’indagine plusvalenze che aveva fatto il suo corso naturale con l’assoluzione doppia nel maggio 2022 per poi ritornare prepotentemente in vita grazie alla revocazione. Totale: da innocente a colpevolissima a gennaio 2022 con 15 punti di penalizzazione a sconvolgere in primis la classifica dei bianconeri ma non solo. Perché sino a quando non ci sarà il terzo grado definitivo del Collegio di garanzia dello sport del prossimo 19 aprile, molto, se non tutto, resta sospeso nell’aria.

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