Juventus, Chiné e manovra stipendi: la prossima settimana è cruciale

Entro fine mese la chiusura del fascicolo, poi palla passa ai legali bianconeri
Qualificazione alla Champions sempre ottenuta sul campo La matematica parla chiaro. Basta sommare i dieci punti tolti al club, senza considerare le ripercussioni sul morale della squadra.© BARTOLETTI

Udienza preliminare dell’Inchiesta Prisma, ma non soltanto. La prossima settimana, infatti, segnerà uno snodo importante anche sul fronte della giustizia sportiva, in attesa – naturalmente – che in data 19 aprile si pronunci sul -15 anche il Collegio di Garanzia dello Sport. Il procuratore federale Giuseppe Chiné è alle prese con un secondo filone d’indagine, quello che riguarda una vasta area istruttoria: dalle ormai celebri “side letter”, accordi che sarebbero stati conclusi dalla Juventus con propri i calciatori fuori dai canali istituzionali, alle partnership sospette con altri club professionistici, che potrebbero di conseguenza risultare coinvolti. Proprio come i calciatori stessi, d’altronde, qualora avessero firmato documenti fuori dalle procedure consentite e, dunque, senza un successivo deposito in Lega e in Federcalcio. Chiné avrebbe dovuto chiudere il fascicolo già nel corso del mese di gennaio, ma ha fatto ricorso alla doppia possibilità concessa dai codici: in seguito a una prima proroga di 40 giorni, ne ha infatti chiesta e ottenuta una seconda presso la Procura Generale dello Sport della durata di ulteriori 20 giorni. La cui scadenza, a questo punto, è davvero imminente: entro l’inizio della prossima settimana, infatti, il procuratore dovrà chiudere il fascicolo, tenuto una seconda volta aperto successivamente all’invio, da parte dei pm della Procura di Torino, di una serie di nuovi atti inerenti l’Inchiesta Prisma.

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Cosa farà la Juventus

Celebrato questo passaggio, quindi, la palla passerà nelle mani e nei piedi dei legali della Juventus che, prima dell’eventuale rinvio a giudizio del club bianconero, avrebbero facoltà di ricorrere all’applicazione di sanzioni su richiesta delle parti, ovvero di ricorrere al patteggiamento all’interno dell’universo della giustizia sportiva. Qualora così non fosse, invece, il sempre eventuale processo inizierebbe a celebrare i suoi primi passaggi. Che, in qualche modo, potrebbero anche risultare connessi alla sentenza relativa al primo fascicolo, ovvero quello sulle plusvalenze, rimesso sui binari dalla revocazione di gennaio dopo la doppia assoluzione per la Juventus e per gli altri club coinvolti. E in attesa di un giudizio di ultimo grado proprio nella giornata del 19 aprile, di fronte al Collegio di Garanzia dello Sport. Nel frattempo anche il secondo e ultimo filone d’indagine sui conti alla Continassa avrà mosso alcuni passi. Anche se – in questo momento - fino a che punto non è ancora dato sapersi.

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Udienza preliminare dell’Inchiesta Prisma, ma non soltanto. La prossima settimana, infatti, segnerà uno snodo importante anche sul fronte della giustizia sportiva, in attesa – naturalmente – che in data 19 aprile si pronunci sul -15 anche il Collegio di Garanzia dello Sport. Il procuratore federale Giuseppe Chiné è alle prese con un secondo filone d’indagine, quello che riguarda una vasta area istruttoria: dalle ormai celebri “side letter”, accordi che sarebbero stati conclusi dalla Juventus con propri i calciatori fuori dai canali istituzionali, alle partnership sospette con altri club professionistici, che potrebbero di conseguenza risultare coinvolti. Proprio come i calciatori stessi, d’altronde, qualora avessero firmato documenti fuori dalle procedure consentite e, dunque, senza un successivo deposito in Lega e in Federcalcio. Chiné avrebbe dovuto chiudere il fascicolo già nel corso del mese di gennaio, ma ha fatto ricorso alla doppia possibilità concessa dai codici: in seguito a una prima proroga di 40 giorni, ne ha infatti chiesta e ottenuta una seconda presso la Procura Generale dello Sport della durata di ulteriori 20 giorni. La cui scadenza, a questo punto, è davvero imminente: entro l’inizio della prossima settimana, infatti, il procuratore dovrà chiudere il fascicolo, tenuto una seconda volta aperto successivamente all’invio, da parte dei pm della Procura di Torino, di una serie di nuovi atti inerenti l’Inchiesta Prisma.

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