Dybala, la Juventus, il buco della serratura e tutte le sue verità

Frammenti di una ricostruzione di parte, estrapolati dal contesto e dati in pasto all’opinione pubblica
Dybala, la Juventus, il buco della serratura e tutte le sue verità© Getty Images

Un po’ di chiarezza, innanzitutto. Paulo Dybala e i suoi legali non chiederanno 50 milioni alla Juventus. E, al momento, non hanno intentato nessuna causa al club che, secondo l’accordo del 2021, inquadrato nella cosiddetta manovra stipendi, gli dovrebbe pagare ancora circa tre milioni di euro. È plausibile pensare che verranno pagati, anche se le parti tacciono. Tutte queste vicende, infatti, le abbiamo scoperte e le continuiamo a scoprire dal buco della serratura. Frammenti di una ricostruzione di parte, estrapolati dal contesto e dati in pasto a un’opinione pubblica, i cui pruriginosi appetiti sono diventanti sempre più voraci in trent’anni di voyeurismo giudiziario. Poi, molto poi, chissà quando poi, ci sarà un processo, un dibattimento e spalancheremo la porta sulla questione degli stipendi, degli accordi e delle carte segrete, ascoltando due voci, avendo un quadro completo e, probabilmente, più chiaro. Ma lunedì, a Torino, avremo solo l’udienza preliminare per l’inchiesta Prisma, che secondo i manuali di diritti è il primo passo di un iter per stabilire la colpevolezza o l’innocenza di un indagato.

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Il processo? È virtuale, sui media

Il fischio di inizio di una partita che, stando ai manuali di diritto e alla Costituzione, si dovrebbe svolgere in un’aula. In realtà è da oltre un anno che si sta svolgendo un processo virtuale là fuori, sui media, grazie ai pezzi d’inchiesta scivolati dai faldoni. E così un’indagine che dovrebbe stabilire se e come la Juventus e i suoi dirigenti abbiamo commesso il reato di falso in bilancio, ci fa scoprire fatti privati e valutazioni personali. E a peggiorare le cose ci si mette chi, mischiando quei frammenti o non capendoli del tutto, li mischia in un cocktail tossico come quello di cui si abbeveravano, ieri, molti tifosi della Juventus, intrappolati in una ricostruzione sconclusionata, nella quale Dybala aveva intentato una causa al club per avere 50 milioni. Una bufala, che ha tuttavia scatenato una reazione scomposta di molti ex tifosi della Joya. Un altro piccolo grande esempio di come, talvolta, ci si dimentica che al centro delle vicende giudiziarie ci sono delle persone che non meritano di finire in una bufera inutile. Peraltro è quello che da mesi va dicendo il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, non il primo pirla che apre un account social.

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Un po’ di chiarezza, innanzitutto. Paulo Dybala e i suoi legali non chiederanno 50 milioni alla Juventus. E, al momento, non hanno intentato nessuna causa al club che, secondo l’accordo del 2021, inquadrato nella cosiddetta manovra stipendi, gli dovrebbe pagare ancora circa tre milioni di euro. È plausibile pensare che verranno pagati, anche se le parti tacciono. Tutte queste vicende, infatti, le abbiamo scoperte e le continuiamo a scoprire dal buco della serratura. Frammenti di una ricostruzione di parte, estrapolati dal contesto e dati in pasto a un’opinione pubblica, i cui pruriginosi appetiti sono diventanti sempre più voraci in trent’anni di voyeurismo giudiziario. Poi, molto poi, chissà quando poi, ci sarà un processo, un dibattimento e spalancheremo la porta sulla questione degli stipendi, degli accordi e delle carte segrete, ascoltando due voci, avendo un quadro completo e, probabilmente, più chiaro. Ma lunedì, a Torino, avremo solo l’udienza preliminare per l’inchiesta Prisma, che secondo i manuali di diritti è il primo passo di un iter per stabilire la colpevolezza o l’innocenza di un indagato.

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