Juve-Prisma, si parte: il primo punto sarà la competenza territoriale

Alle 9.30 presso il Tribunale di Torino inizia il procedimento penale dell’inchiesta sui conti della Juve: difficile che arrivi subito il rinvio a giudizio. Tre opzioni per il Gup Marco Picco

Appuntamento alle 9.30 di questa mattina nell’aula del Gup Marco Picco per l’udienza preliminare del processo sui conti della Juventus. Si entra quindi nel vivo della giustizia ordinaria anche se sarà soltanto una fase interlocutoria: il primo atto sarà quello di accertare il regolare rituale di convocazioni delle parti, con il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e il sostituto Mario Bendoni a sostenere l’accusa e gli avvocati della dodici persone rinviate a giudizio, tra cui l’ex presidente Andrea Agnelli, l’ex vice Pavel Nedved, l’ex dg Fabio Paratici e l’ex ad Maurizio Arrivabene, oltre alla stessa società bianconera in qualità di persona giuridica, a rappresentare la difesa. In aula il pool di magistrati che ha condotto l’inchiesta Prisma sui bilanci juventini nel triennio 2018-2021 ci arriva però incompleto: cinque giorni fa il pm Ciro Santoriello ha fatto un passo indietro decidendo di astenersi dal sostenere l’accusa dopo il clamore mediatico sollevato da alcuni filmati, risalente al 2019, in cui ammetteva di essere tifosissimo del Napoli e, soprattutto, di odiare la Juventus.

I reati

La Procura di Torino, che ha prodotto oltre 15 mila pagine di atti depositati, contesta alle dodici persone rinviate a giudizio, tra dirigenti e amministratori, reati a vario titolo che vanno dalle false comunicazioni sociali all’ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza, dalle manipolazione del mercato alle dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, dal falso in bilancio all’aggiottaggio. I filoni dell’inchiesta Prisma riguardano le plusvalenze considerate fittizie e le manovre stipendi in cui si contesta il fatto che i giocatori avrebbero rinunciato a una sola e non a quattro mensilità, spostando i pagamenti in un secondo momento tramite scritture private e creando così discrepanze nei bilanci.

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La competenza territoriale: Torino o Milano

Il primo fondamentale nodo che il Gup dovrà risolvere sarà quello della competenza territoriale: il giudice ascolterà le eccezioni di incompetenza che gli avvocati difensori solleveranno, magari presentando anche una memoria, nella quale sosterranno che i principali reati contestati si sarebbero consumati a Milano, sede della Borsa, dove la Juventus è quotata, e poi sarà la volta dei pm confermare invece davanti al Gup che la Procura di Torino ha la competenza perché i presunti reati sarebbero stati commessi nella sede del club, alla Continassa. A questo punto il Gup Picco ha tre opzioni: se è straconvinto della propria competenza decide in merito, altrimenti si riserva la decisione e fissa una nuova udienza oppure, e sembra l’ipotesi più probabile, interpella d’ufficio la Corte di Cassazione, sulla base della riforma Cartabia, e manda il fascicolo a Roma affinché sia la Cassazione in camera di consiglio a decidere la competenza territoriale con tempi non proprio rapidi perché potrebbero passare dai due ai tre mesi. I legali della Juventus avevano già chiesto di spostare il processo a Milano durante le indagini preliminari: i magistrati romani non poterono allora pronunciarsi per ragioni di procedura perché nel frattempo i pubblici ministeri della procura di Torino firmarono le richieste di rinvio a giudizio.

Parti civili

In aula ci saranno anche gli avvocati che assistono i 30 piccoli azionisti che hanno intenzione di costituirsi parte civile tramite il Codacons, oltre a Consob e Agenzie delle Entrate che sono state individuate come persone offese.

 

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Appuntamento alle 9.30 di questa mattina nell’aula del Gup Marco Picco per l’udienza preliminare del processo sui conti della Juventus. Si entra quindi nel vivo della giustizia ordinaria anche se sarà soltanto una fase interlocutoria: il primo atto sarà quello di accertare il regolare rituale di convocazioni delle parti, con il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e il sostituto Mario Bendoni a sostenere l’accusa e gli avvocati della dodici persone rinviate a giudizio, tra cui l’ex presidente Andrea Agnelli, l’ex vice Pavel Nedved, l’ex dg Fabio Paratici e l’ex ad Maurizio Arrivabene, oltre alla stessa società bianconera in qualità di persona giuridica, a rappresentare la difesa. In aula il pool di magistrati che ha condotto l’inchiesta Prisma sui bilanci juventini nel triennio 2018-2021 ci arriva però incompleto: cinque giorni fa il pm Ciro Santoriello ha fatto un passo indietro decidendo di astenersi dal sostenere l’accusa dopo il clamore mediatico sollevato da alcuni filmati, risalente al 2019, in cui ammetteva di essere tifosissimo del Napoli e, soprattutto, di odiare la Juventus.

I reati

La Procura di Torino, che ha prodotto oltre 15 mila pagine di atti depositati, contesta alle dodici persone rinviate a giudizio, tra dirigenti e amministratori, reati a vario titolo che vanno dalle false comunicazioni sociali all’ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza, dalle manipolazione del mercato alle dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, dal falso in bilancio all’aggiottaggio. I filoni dell’inchiesta Prisma riguardano le plusvalenze considerate fittizie e le manovre stipendi in cui si contesta il fatto che i giocatori avrebbero rinunciato a una sola e non a quattro mensilità, spostando i pagamenti in un secondo momento tramite scritture private e creando così discrepanze nei bilanci.

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